mercoledì 12 aprile 2017

Autho(r)psy #2: Un pomeriggio con Carmen Pellegrino

Rubrica a cadenza occasionale dedicata ad interviste ed incontri con gli autori



Buongiorno lettori, la primavera è ormai nell'aria e questo vuol dire che è tempo di grandi pulizie. Rispolvero oggi, con grande piacere, una rubrica silente, una di quelle che vede la sua pubblicazione strettamente connessa ad una serie di eventi che dalle mie parti mancano come l'acqua nel deserto. Ma, come nel deserto, ogni tanto appare un'oasi alla quale abbeverarsi e questo è quello che è successo qualche sera fa quando, alla Libreria Monbook di Bari, ho avuto finalmente il piacere di incontrare in carne ed ossa una delle scrittrici talentuose che adoro grandemente: Carmen Pellegrino.


BARI
Partiamo dal principio, ovvero dalla partenza. Sono le 17:30 e, insieme alla mia amica Maria, partiamo alla volta di Bari. Giunte a destinazione molliamo l'auto e iniziamo ad incamminarci verso il luogo dell'incontro che, teoricamente, è molto vicino al parcheggio, avendo anche imboccato l'uscita pedonale che si immette proprio sulla via designata. L'evento inizia alle 18:00, ma si sa che l'orario non viene mai rispettato, quindi anche se sono le 18:10 non ce ne curiamo. Ecco, questo fino a quando non ci rendiamo conto di esserci perse. A Bari, Città che dovremmo conoscere come le nostre tasche. Appunto, dovremmo (la prossima settimana noi saremo a Milano quindi non oso immaginare dove andremo a finire). Eppure, inizio a pensare, sono sempre stata brava ad orientarmi (a Roma mi muovo come se fosse casa mia!) e niente.
Come uscire da questa spiacevole situazione a parte fare una figura barbina e chiedere a qualche passante? Impostando il navigatore pedonale sul cellulare. Tuttavia la buona sorte non è con noi, l'omino stilizzato, stretto nella sua pelle bruna, si è messo in sciopero decidendo di non muovere nemmeno un passo (una falcata nel suo caso). Insomma, alla fine abbiamo scoperto di essere passate proprio davanti alla libreria appena arrivate. Minuto di silenzio.

18:40: facciamo il nostro ingresso, trionfale se la gente sapesse, in libreria. Fortunatamente Carmen è in super ritardo, essendo arrivata da poco in pullman, e penso che la fortuna ci abbia arriso perché arrivare ad incontro iniziato non è affatto bello!
Il ritardo comporta che ci si segga nelle ultime file con la speranza che si riesca a sentire qualcosa da quaggiù. Pienone assoluto e cassa funzionante malamente fino a quando non arriva un vero e proprio salvatore che, venendo in nostro soccorso, sistema il tutto.

19:00: arriva Carmen!!! Ora, sapete cosa mi piace di questo tipo di incontri, soprattutto se si è letto e amato il romanzo? Che si instaura un vero e proprio dialogo nel quale si parla di personaggi e di storie che si conoscono. Un po' come se si stesse conversando con un amico. Ma soprattutto si scoprono i retroscena, i dietro le quinte, cosa ha dato vita a quel determinato romanzo. E questa è una delle domande che mi pongo ogni volta che ne termino uno. Bene, Carmen si è messa a nudo raccontandoci che "Se mi tornassi questa sera accanto" ha molto della sua vita. Lei è Lulù e in Giosué Pindari si può scorgere la figura di suo padre.
Così come nel romanzo, anche il loro rapporto è stato costellato da alti e bassi, da silenzi e allontanamenti e Carmen, come Lulù, è stata colei che ha compiuto il passo. Quel passo che non le è costato nulla, come lei stessa ci spiega, ma che è stato necessario, in quanto figlia, per recuperare il rapporto col genitore. O ancora, come la malattia di Nora riguardi un altro componente della sua famiglia. Ed è mentre lei si racconta che mi rendo conto del dolore, di quanto quella storia non sia poi frutto dell'immaginazione ma di quella realtà che è maestra di vita, che segna ed insegna.

Si è parlato a lungo del primo romanzo, "Cade la Terra", e di come anche in quel lavoro ci siano eventi legati al passato della famiglia dell'autrice, nello specifico l'episodio drammatico, l'errore medico che poi ha portato alla morte di una delle zie paterne, e di suo nonno che, sentendosi dare anche del fesso, e che quindi come tale non avrebbe avuto nessuno dalla sua in tribunale, prende il corpo della figlia dal ciglio della strada e lo riporta a casa, impotente. Una scena descritta in maniera straziante e che diventa ancora più forte se si pensa che è realmente accaduta.

Il passato, quello stesso passato da cui Lulù vorrebbe fuggire cambiando residenza ma che, in realtà, scoprirà incombere sempre su ognuno di noi perché è quello che ci forma. Alle ombre e alla morte che aleggiano nel primo romanzo che, devo ammetterlo, forse ho amato un pizzico di più del secondo, si contrappone la luce e la speranza di questo secondo lavoro. Infine, è stato dedicato largo spazio anche alla sua passione per la riscoperta dei luoghi abbandonati e delle storie che si celano dietro i singoli casolari o i paesi del nostro sud.

Attraverso la lettura di estratti del libro si giunge al finale, al momento di autografi, foto e dediche. Al momento in cui i nostri sguardi, i nostri sorrisi si sono incontrati dietro quel "Finalmente!" o "Ecco la mia recensitrice preferita!"
Un'emozione che forse in pochi possono comprendere! Carmen è una persona gentilissima, disponibile e timida come la sottoscritta. La osservi e ci ritrovi la profondità delle storie che racconta, una dote che in pochi hanno.

Con una doppia dedica, con la consapevolezza che il mio bagaglio di sorrisi ed emozioni non è più così vuoto, ma si arricchisce sempre più, incontro dopo incontro, si torna a casa, felici di aver partecipato ad un incontro così pieno e ricco di belle sensazioni e riflessioni!





4 commenti

  1. Ma che belle che siete!!! Sto quasi alla fine de Se mi tornassi questa sera accanto e poi mi impegno a scrivere la recensione che non sarà per niente facile!!! Gli incontri con l'autore sono sempre meravigliosi!

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