martedì 28 febbraio 2017

The Hunting Word Challenge: Parole al buio!




Buonasera cari partecipanti alla The Hunting Word Challenge, l'orario è un po' insolito ma, d'altronde, ci troviamo di fronte ad una sfida aggiuntiva e, come tale, a sorpresa!

Ripetiamo subito un punto fondamentale: di questa sfida nella sfida non dovrete farne parola con nessuno dei partecipanti ed è per questo motivo che se avete bisogno di chiedere delle informazioni in merito potrete farlo solo ed esclusivamente contattandomi all'indirizzo email appuntidiunagiovanereader@gmail.com
Non potrete assolutamente utilizzare il gruppo Facebook: qualsiasi post pubblicato erroneamente sarà rimosso una prima volta e se doveste ricascarci sarete eliminati dalla Challenge!
Ed è proprio per questo motivo che la sezione del blog dedicata alla sfida di lettura, che trovate nella barra principale, sarà aggiornata con i post delle sfide aggiuntive, solo per conoscenza, alla fine della Tappa.

Come già detto il numero delle sfide aggiuntive varierà da uno a due per tappa, questo vuol dire che ne potrete trovare una soltanto o entrambe (ovviamente non vi dirò se questa è la prima o la seconda sfida, sta a voi scoprirlo!) e, anche in questo caso, andrà portata a termine, con la pubblicazione e l'invio della recensione, entro le ore 18:00 del 20 Marzo!
A questa sfida potrete accedere tranquillamente anche se non avete spuntato tutte le 10 parole iniziali che vi sono state comunicate a Dicembre con l'inizio della Prima Tappa.




COME GIOCARE?


Fedelmente a quello che è il titolo di questa sfida aggiuntiva, a seguire troverete il classico Puzzle che, anche se non siete esperti di enigmistica, avrete comunque visto almeno una volta nella vita. All'interno sono state nascoste delle parole (non vi dirò quante nemmeno sotto tortura!) che dovrete scovare e utilizzare secondo le seguenti regole che vi invito a leggere attentissimamente:


  • dovrete leggere il Puzzle da sinistra verso destra e viceversa, dall'alto verso il basso e viceversa e diagonalmente in tutte le direzioni possibili;
  • poiché non sono tanto cattiva vi dico che le parole sono solo in italiano, hanno senso compiuto e partono da un minimo di 5 lettere in su (quindi seppure dovessero esserci parole formate da 2, 3 o 4 lettere, non prendetele in considerazione);
  • dovrete scegliere una parola, una e soltanto una, e leggere un libro (e per libro si intende un libro di minimo 150 pagine a tal proposito faranno fede le schede Amazon e Goodreads, non racconti, fumetti e varie ed eventuali, né riletture!) che abbia quella parola solo ed esclusivamente nel titolo (non varrà né il collegamento per significato o idea nel titolo, né la raffigurazione in copertina).


Osservazione 1: potrete cambiare il numero della parola, cioè usarne il singolare o il plurale, ma non il genere, quindi se la parola è al femminile singolare, potreste utilizzarla al femminile plurale, ma non al maschile. 
Piccolo esempio: se la parola fosse Regina, Regine andrebbe benissimo, ma non Re!

Osservazione 2: poiché le parole non possono essere tradotte, quindi devono rimanere in italiano, non potrete utilizzare libri in lingua perché, come da regolamento, questi sono validi solo ed esclusivamente per eventuali raffigurazioni in copertina quindi, in questo caso, non potranno essere utilizzati in alcun modo.


Per quanto riguarda le recensioni farà fede la data di pubblicazione sul vostro blog o sui vostri profili Goodreads e Anobii, quindi non varranno letture antecedenti al momento della pubblicazione di tale post! Come specificato nel regolamento le letture dovranno essere scelte da oggi in poi (non potrete utilizzare libri conclusi da qualche giorno, né riletture!).
Se, casualmente, il libro che avete scelto per spuntare una delle parole della sfida aggiuntiva presenta anche una delle dieci iniziali o della triade o della parola bonus e viceversa, potrete usarlo o per l'una o per l'altra ma non per entrambe, come già sapete!

Come già detto il file Drive, nella sezione riguardante le sfide aggiuntive, sarà aggiornato solo dopo le 18:00 del 20 Marzo proprio per mantenere il più segreta possibile la cosa. 
Inoltre, alla fine di questo post troverete un nuovo modulo che sarà utilizzato solo per questa sfida aggiuntiva e che dovrete compilare in ogni sua parte come siete soliti fare!

Ah...quasi me ne dimenticavo! Non vi ho detto quanti punti potrete accumulare con questa sfida. Ebbene, non ve lo dirò (ahahahah!). Sì, avete capito bene. La sfida prende il nome di Parole al Buio non solo perché sono nascoste in un Puzzle, ma anche perché non saprete il punteggio che potrete accaparrarvi. Posso solo dirvi che ad ogni parola è stato assegnato un certo numero di punti e che ne verrete a conoscenza solo quando avrete inviato la recensione tramite modulo e riceverete una email di conferma dalla sottoscritta in cui vi si dirà se è necessario ampliarla o meno e quanti punti avrete beccato (quindi occhio alla casella di posta!).


Ed ora ecco a voi il Puzzle
(mi raccomando le parole devono avere un minimo di 5 lettere, 
andate oltre le apparenze!)





BUON DIVERTIMENTO!!







lunedì 27 febbraio 2017

Recensione 'L'estate che ammazzarono Efisia Caddozzu' di Marisa Salabelle





L'estate che ammazzarono Efisia Caddozzu
Marisa Salabelle


Editore: Piemme - Genere: Giallo
Pagine: 223 - Prezzo: 17,00 € - eBook: 9,99€


Pistoia, 25 luglio: durante la festa di San Jacopo, patrono della città, due ragazzini in bicicletta trovano, vicino a un fosso, il cadavere di una donna, barbaramente uccisa, priva di documenti, vestita e truccata come una prostituta, probabilmente extracomunitaria. Dopo affannose indagini, portate avanti da carabinieri svogliati e un giovane cronista che sogna lo scoop, si scopre invece che il corpo è quello di Efisia Caddozzu, maestra elementare, che tutti credevano in vacanza, la cui scomparsa era stata segnalata solo dall'anziano padre, a cui nessuno aveva creduto. I sospetti sembrano portare sulle tracce della comunità albanese: Efisia faceva volontariato, conosceva il mondo degli immigrati e aveva preso sotto la sua protezione un ragazzo intemperante e violento. Ma chi era davvero Efisia Caddozzu? Perché una semplice maestra viene abbandonata sul ciglio di una strada con il cranio fracassato? Efisia era venuta dalla Sardegna agli inizi degli anni Sessanta: famiglia numerosa, carattere indomito, a tratti brusco e iracondo, aveva militato in Lotta Continua, aveva dedicato la sua vita all'insegnamento, al volontariato e aveva aiutato molti immigrati a inserirsi in città. Le indagini portano tutte a un unico indiziato: l'albanese, di cui si è persa ogni traccia. Ma la verità sulla morte di Efisia è un'altra. Per scoprirla sarà necessario scavare nelle ipocrisie più sottili e feroci dell'animo umano.



La morte è solitudine: rende solo chi resta così come chi se ne va. Ed Efisia Caddozzu è sola quando ne viene rinvenuto il cadavere.
Si tratta, tuttavia, di una solitudine totalizzante, che va al di là del significato intrinseco della parola. È un essere soli esteriore ed interiore, caratteristica che ha contraddistinto la protagonista durante tutto il corso della sua vita. 
Ed è proprio questa solitudine, quasi contaminante, che muove le vite dei vari personaggi che incontreremo tra le pagine del romanzo, giungendo alla conclusione che ognuno è solo con se stesso. 

Luglio 1994, Pistoia. in un dirupo che fiancheggia una delle strade battute dalle prostitute, viene rinvenuto il cadavere di una donna. L'abbigliamento succinto, il trucco pesante, la carnagione scura da extracomunitaria e l'assenza di documenti sono tutti indizi che irrimediabilmente collegano il corpo a quel mondo. Si tratta quasi di una certezza tanto che nessuno, comprese le forze dell'ordine, se ne cura. Sarà la voce di un uomo, un padre, ascoltata da un giornalista che ha tutta l'intenzione di fare carriera perché "...i delitti tirano..." a dare un nome e un cognome a quel cadavere di cui non si sa assolutamente nulla.

Efisia era nata a Cagliari nel 1950. Una mischinedda, una poverina, cresciuta in una casa in cui aveva sempre aleggiato l'ombra della morte impressa in quadri di antenati scomparsi che si riflettevano in grandi specchiere di cristallo. Una bambina ritenuta da chiunque inadatta, goffa, sgraziata, di poca bellezza (aspetto che le viene continuamente rinfacciato durante la narrazione e che personalmente non ho apprezzato), mantenuta a debita distanza dai suoi compagni di scuola che le riservavano un atteggiamento di benevola indifferenza. Crescendo, però, la vita l'aveva indurita rendendola molto più sicura di sé. 
Efisia aveva dovuto affrontare anche il trasferimento della famiglia sul continente, come diceva sua madre. La aveva accolta una Pistoia comunista, negli anni in cui un tale termine si fregiava dell'accezione più negativa possibile che equivaleva a vivere nel peccato mortale, una Pistoia succube del pregiudizio in cui i bambini stranieri, compresi i meridionali, subivano un trattamento più che discriminante. Qui, se le speranze materne si erano infrante e al posto di sogni e fantasie si erano insediate la delusione e la malinconia, il padre sembrava rinato. Non lo perseguitava più quel cognome, Caddozzu, che in sardo vuol dire 'sudicione'.

Attraverso un'alternanza di periodi cronologici, con un passato carico di vita ed un presente permeato dalla morte, ambivalenza che caratterizzerà tutta la narrazione, saremo messi al corrente di quella che è l'intera storia della protagonista, dalla nascita al delitto. Un turbinio di pezzi diversi che caratterizzeranno la protagonista e che pure saranno difficilmente associabili tra loro: alcuni combaceranno, altri solo in parte, altri per nulla. 

Nonostante ciò, però, ho trovato la lettura piuttosto noiosa. Personalmente mi è mancata l'indagine vera e propria che dovrebbe caratterizzare un giallo così definito. Credo, infatti, che le parti ambientate nel passato abbiano sovrastato di molto il presente. Probabilmente l'intento dell'autrice era quello di non fornire appigli investigativi che potessero far procedere di pari passo al narrato l'indagine personale del lettore. Fatto sta che tutto rimane nebuloso fino all'epilogo, la vera e propria resa dei conti, in cui non ci si accorge che il romanzo sia realmente finito. Ci si aspetta altro. 

Si è data, poi, troppa importanza alla descrizione dell'excursus politico dell'Italia andando ad appesantire la narrazione. È vero che potrebbe servire per inquadrare al meglio il periodo storico di quegli anni ma, così facendo, si viene distratti da quello che è il tema attorno al quale avrebbe dovuto ruotare il romanzo: la morte di Efisia Caddozzu. 

Infine ho continuato a chiedermi che fine avesse fatto quel padre che lamentava a gran voce la scomparsa della figlia. Dopo il riconoscimento del cadavere scompare. Ecco mi è mancata la sfera narrativa che avrebbe dovuto scandagliare il dolore dei conoscenti della vittima. Sembra quasi che abbiano occupato il tempo che trovavano. Peccato!




sabato 25 febbraio 2017

Recensione 'Cinder. Cronache lunari' di Marissa Meyer





Cinder
Cronache Lunari
Marissa Meyer


Editore: Mondadori - Genere: Fantascienza
Pagine: 394 - Prezzo: 17,00 € - eBook: 4,99€


Cinder è abituata alle occhiate sprezzanti che la sua matrigna e la gente riservano ai cyborg come lei, e non importa quanto sia brava come meccanico al mercato settimanale di Nuova Pechino o quanto cerchi di adeguarsi alle regole. Proprio per questo lo sguardo attento del Principe Kai, il primo sguardo gentile e senza accuse, la getta nello sconcerto. Può un cyborg innamorarsi di un principe? E se Kai sapesse cosa Cinder è veramente, le dedicherebbe ancora tante attenzioni? Il destino dei due si intreccerà fin troppo presto con i piani della splendida e malvagia Regina della Luna, in una corsa per salvare il mondo dall'orribile epidemia che lo devasta. Cinder, Cenerentola del futuro, sarà combattuta tra il desiderio per una storia impossibile e la necessità di conquistare una vita migliore. Fino a un'inevitabile quanto dolorosa resa dei conti con il proprio oscuro passato.



Oggi vorrei raccontarvi una storia. Una storia che, come ogni fiaba che si rispetti, inizia con un 'C'era una volta...'
Ebbene, dicevamo, "C'era una volta una fanciulla di nome Anna che, crogiolandosi tra quelli che erano i suoi soliti generi letterari, non aveva mai prestato la giusta attenzione al diverso. Non era questione di sentirsi inadatta o incapace, era puro e semplice snobbismo. Un giorno ricevette un invito per partecipare ad un Gruppo di Lettura, un'esperienza mai provata fino a quel momento. Il titolo del romanzo scelto non rientrava nelle sue corde ma, perché in ogni storia c'è un 'ma', il dubbio iniziò ad insinuarsi e a roderla da dentro. Che fare? Partecipare o no?
Come saprete, una fiaba non è tale senza un aiuto dall'esterno per cui ecco apparire Chiara, una sorta di fata madrina, che la consigliò sul da farsi. 
Bene, il principe azzurro sul bianco destriero Anna non l'ha ancora incontrato, è probabile che abbia perso il sentiero, però il romanzo lo ha letto, o meglio divorato, per intero ed una nuova saga è entrata di diritto nella sua WL".

Non avevo mai partecipato ad un GDL, alias Gruppo di Lettura, e credo si sia capito, da quanto detto qui sopra, e per questo devo ringraziare Chiara per avermi convinta.
Tirando le somme posso affermare di essere più che felice di aver letto il primo volume di questa saga che, senza ombra di dubbio, continuerò nell'immediato.

Credo che il punto di forza del romanzo sia l'idea di base attorno alla quale ruota ogni cosa: unire gli elementi della fiaba classica, che noi tutti conosciamo, ad una chiave di lettura prettamente post moderna. Però attenzione, non vengono presi ed inseriti a casaccio, non si tratta di un copia e incolla. No, tutto viene ricostruito nei minimi dettagli. Ogni aspetto non solo è stato ripreso ed introdotto, ma è stato fuso al moderno. Una fusione che, però, rispetta l'unicità delle due cose. Questi mondi così distanti sono stati piegati alla volontà dell'autrice, alla sua storia, imbastita in maniera del tutto nuova ma mantenendo le caratteristiche prettamente fiabesche.

Ed è così che, in un'era post apocalittica, fatta di cellulari, mediaschermi, scanner identificativi, schermi portatili, app e libranti, ritroverete la matrigna, le sorellastre (una buona e una più che cattiva direi indifferente), il principe, il ballo, i topolini nel personaggio di Iko e una fata madrina d'eccezione nelle sembianze del dottore. 
Insieme a loro la protagonista, Cinder, metà umana e metà cyborg in una realtà fatta di stili di vita e di generi di appartenenza tutti diversi. Una realtà piagata da una pandemia mondiale dalle cause sconosciute, una febbre blu, la Letumosi. E saranno proprio i cyborg le cavie perfette da utilizzare per testare l'antidoto. Ma quello che viene fatto passare come un onore, dare la propria vita per il bene della causa, è, a conti fatti, un modo per celare la scarsa considerazione nei loro confronti. I cyborg sono esseri inferiori. 


"Quelli come te sanno almeno cosa sia l'amore? Puoi sentire qualcosa o è solo tutto... programmato?"


Sono rimasta piacevolmente affascinata e colpita da questo romanzo e dalla sua storia. Non vi racconterò nulla della trama perché vorrei che provaste le diverse emozioni al momento giusto, quello della scoperta. 

Per me è stato un vero e proprio esperimento, riuscito anche grazie allo stile dell'autrice. Il romanzo si legge con estrema facilità, ci si sente coinvolti nella storia, si ama e si odia.
Impossibile non parteggiare per Cinder che, a differenza del classico personaggio di Cenerentola, non è affatto una sprovveduta, tutt'altro. Lei incarna a pieno l'ideale dell'eroina, la salvatrice, con la testa sulle spalle ed una gran dose di coraggio, pronta a sfidare chiunque. 
Diversa la questione per il personaggio del principe: troppo giovane, troppo stupido, troppo ottimista, troppo ingenuo, troppo tutto ma in negativo. Un pulcino spaurito ed inadeguato. 
In questa versione della storia troverete un ulteriore antagonista, Levana, la regina dei Lunari. Nonostante venga dipinta come un essere mostruoso, cosa che in realtà poi si dimostra essere, sono rimasta affascinata dalla sua figura ammantata di mistero.

In definitiva un romanzo che vi consiglio, se non lo avete ancora letto o se, come me non siete avvezzi al genere. Posso assicurarvi che, non solo non riuscirete a smettere di leggere, ma vi innamorerete di ogni cosa, dall'ambientazione all'intrecciarsi del fiabesco e del moderno nella storia, fino allo stile magnetico. Proverete un po' meno empatia con il finale: imprecherete, e molto, ma di questo è meglio non parlarne!




lunedì 20 febbraio 2017

Recensione 'Cinque indagini romane per Rocco Schiavone' di Antonio Manzini





Cinque indagini romane per Rocco Schiavone
Antonio Manzini


Editore: Sellerio - Genere: Giallo
Pagine: 244 - Prezzo: 14,00 € - eBook: 9,99€



Viene da Trastevere e i suoi amici sono tutti romani, ama le storie degli ultimi, è ruvido, tormentato, spesso gioca un po' sporco. E stato "sbattuto" ad Aosta ed è stato un trasferimento punitivo. Cinico e di cattivo carattere, infedele e scorretto con le donne, insomma a prima vista potrebbe fare antipatia, invece ci troviamo a tifare per lui, perché tralascia tutto quello che non è importante e va al cuore dell'indagine, perché conosce davvero l'animo umano. Parliamo del vicequestore Rocco Schiavone di cui si presentano qui cinque indagini ambientate tutte a Roma; Schiavone è infatti innanzitutto romano e prima e dopo il trasferimento fra le nevi eterne, di eterno conosce bene solo la sua città. Le storie - "L'accattone", "Le ferie di agosto", "Buon Natale Rocco", "La ruzzica de li porci", "Rocco va in vacanza" - apparse nelle raccolte a tema pubblicate dalla casa editrice e oggi raccolte in volume a comporre come un mosaico un disegno unico. Perché attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell'Italia d'oggi. Un personaggio brutale perché la tenerezza che lo anima sarebbe debolezza, incapace d'amare perché pieno, di un amore totale per chi adesso è solo un fantasma, cinico perché la disonestà sembra aver vinto.



In assoluto, credo che questa sia la prima raccolta di racconti letta nell'arco della mia vita da lettrice. Ho sempre creduto che l'insieme di storie diverse, che magari si concludono anche in poche pagine, non facesse al caso mio. Ho scoperto, invece, che il piacere che si prova a leggere una raccolta di racconti è il medesimo di quello provato durante la lettura di un romanzo che, nella sua interezza, occupa il proprio spazio in un libro, dalla prima all'ultima pagina. Anzi, la brevità delle storie e di conseguenza la loro conclusione, facilita ulteriormente la lettura, aiuta ad avere un quadro più chiaro. Tutto questo per dire che, in futuro, non escludo di poter leggere altre raccolte.

Ora, iniziare con un insieme di racconti che hanno per protagonista uno dei vicequestori più amati della narrativa italiana, che è anche uno dei miei protagonisti maschili preferiti, ha sicuramente dato la spinta necessaria affinché ne iniziassi a sfogliare le pagine. Pagine che sono permeate in ogni singola inchiostratura dall'imponente figura di Rocco Schiavone, personaggio che avevo avuto modo di apprezzare in 'Pista Nera' (ve ne ho parlato abbondantemente qui), ma che, in questa raccolta, si mostra con una parte della sua vita quasi sconosciuta, per intenderci quella prima del trasferimento ad Aosta. 
Un prequel, un antefatto, che serve un po' a fare il punto della situazione, che ci mostra un personaggio simile sì, ma a tratti dissimile a quello già conosciuto. 

È proprio attorno a lui che vengono costruite cinque storie, cinque gialli, cinque racconti che occupano una precisa locazione temporale e cronologica e che, nonostante la loro singolarità, costituiscono un narrato unico con comune denominatore lo stesso vicequestore. 
In tutti ritroveremo un cadavere e quindi un'indagine, eccetto nel quinto ed ultimo intitolato 'Rocco va in vacanza' in cui assisteremo ad un piccolo siparietto, alquanto singolare, in cui emerge quell'aspetto che, insieme ai tanti, caratterizza il personaggio: Rocco Schiavone non sopporta i soprusi. 
Se dovessimo invece analizzare l'aspetto prettamente giallistico, direi che il primo racconto, 'L'accattone', in cui emerge uno spaccato di una Roma silente, quella degli uomini abbandonati a se stessi, quelli che devono fare i conti per arrivare a fine mese, quelli che si adattano a cibarsi degli avanzi altrui, è quello meno riuscito. Si sospetta fin da subito l'assassino e presto se ne ottiene la conferma.
Via via le trame si infittiscono sempre più fino ad arrivare al terzo racconto, 'Buon Natale, Rocco!', e al quarto, 'La ruzzica de li porci', che sono quelli che, a mio parere, coinvolgono maggiormente il lettore per complessità.

Insieme, i cinque racconti ricompongono i pezzi di una vita che Rocco non avrà più in seguito al trasferimento. Quello stesso trasferimento che rappresenta per il vicequestore la perdita di ogni cosa: casa, amici e ricordi. 
Un Rocco che, proprio per questo motivo, ci viene presentato, pagina dopo pagina, indagine dopo indagine, in attesa che si compia il proprio destino, ma non per questo diverso dal solito anzi è ironico, pungente, schietto, diretto, attento osservatore ed intollerante. 
Emerge, tuttavia, un nuovo aspetto, quasi melanconico. Una malinconia che va di pari passo con i suoi ricordi. Trovo sempre una profonda tenerezza nei dialoghi immaginari con sua moglie e che pure ci permettono di conoscere l'altra sua faccia, quella più intima ed emozionale, che si scontra con le fattezze da duro. 

Come sempre lo stile di Manzini, schietto e diretto, arricchito da battute in romanesco che lo rendono, a tratti, brioso, affascina il lettore anche se il fulcro, il perno catalizzatore, colui che è in grado di mantenere le fila del narrato è proprio il protagonista, Rocco Schiavone. Non posso che consigliarvene la lettura!





mercoledì 15 febbraio 2017

Recensione 'Quando sarai più grande capirai' di Virginie Grimaldi





Quando sarai più grande capirai
Virginie Grimaldi


Editore: Mondadori - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 297 - Prezzo: 19,00 € - eBook: 9,99€


È un sabato come tanti per Julia: sushi a domicilio, una puntata del Trono di spade con la testa appoggiata sulla pancia di Marc – se fosse stata un gatto avrebbe pure fatto le fusa... Ma quel giorno riceve la telefonata che la informa della morte del padre, e Julia si trova ad affrontare la caducità della vita. La paura e lo sconforto la assalgono, e quando poco dopo scompare anche la sua amatissima nonna, Julia si sente completamente paralizzata. Purtroppo persino Marc si rivela un punto di riferimento non affidabile... Julia decide così di dare un taglio netto a tutto: lascia Parigi e si prende una sorta di anno sabbatico trasferendosi nel residence per anziani di Biarritz, la sua città di origine, per lavorare come psicologa. Nonostante grandi incertezze circondino la sua scelta piuttosto singolare e benché si renda conto che "è più facile fare amicizia con un unicorno che farsi piacere un ospizio", Julia non perde l'ironia che l'ha sempre caratterizzata. Dopo poco tempo, infatti, si ritrova perfettamente integrata in quella che si rivela essere una bizzarra comunità, un'oasi felice, un istituto "illuminato" che organizza per i suoi ospiti moltissime attività ricreative (tra cui un'ora quotidiana di telenovela, gite al mare, scambi generazionali attraverso l'incontro con bambini e adolescenti).Julia si accorge che i residenti hanno tante cose da insegnarle, forse molte di più di quelle che lei può dare a loro. È difficile immaginare che si possa superare la paura della morte in una clinica per anziani, eppure, dalle persone che la circondano, Julia sta imparando la resilienza: tutte hanno sofferto, tutte si sono rialzate senza perdere il sorriso. Nonni burloni ed energici e colleghe fantasiose dal cuore spezzato le insegnano che la felicità è nel presente, nelle piccole cose che si raccolgono lungo il percorso accidentato dell'esistenza, dove anche l'amore può inaspettatamente fare capolino da dietro l'angolo.




Per parlarvi di questo romanzo, così come meriterebbe, è per me necessario partire proprio dal titolo. 'Quando sarai più grande capirai' è la classica frase che, durante l'infanzia, viene ripetuta costantemente ai bambini, a chi più e a chi meno.
La verità è che, dietro quelle parole, si cela una grandissima menzogna che, ovviamente, un bambino nella sua ingenuità non può subodorare. Si fida ciecamente di quanto detto dall'adulto. 
Solo quando, finalmente, diventerà grande a sua volta capirà che, in fondo, ci sono una miriade di cose che vanno al di là della comprensione, che non a tutto c'è una spiegazione, nonostante gli sia stato detto così in età meno matura. Che c'è un sentimento, un'emozione, che più delle altre non si può comprendere e che, insieme all'ineluttabilità degli eventi, prima o poi andrà a trovarlo. Una sorta di segugio che lo osserva nell'ombra, pronto a colmare la distanza che li separa perché il momento giunge per tutti. Sei lettere, incatenate tra loro a formare un'unica parola: dolore.

Il dolore rappresenta uno sorta di filo conduttore. Ed è proprio in balia di esso che Julia, la protagonista del romanzo, inizierà a trascorrere la propria esistenza, chiudendosi a riccio, sentendosi microscopica, insignificante, completamente allo sbaraglio. I punti fermi della sua vita sono venuti meno, uno dopo l'altro, per cause diverse, certo, ma l'hanno abbandonata su un sentiero fatto di paure. L'unica alternativa è dare un taglio netto e trasferirsi a lavorare come psicologa in una casa di riposo. Da qui la svolta. Da questo momento in poi, il palcoscenico sarà calcato da una serie di figure che, affiancandosi alla principale e, rubandole a tratti la scena, conquisteranno non solo la protagonista ma anche il pubblico di lettori, donandosi all'una e agli altri. 


"La vita è come un castello di carte. Ci mettiamo un tempo infinito a costruirlo, cerchiamo di gettare fondamenta solide, montiamo un piano sopra l'altro e poi, un giorno, tutto crolla e qualcuno ripone le carte in una scatola. Per cosa, me lo può dire?"


Questo romanzo è una vera e propria presa di coscienza. Lo stile dell'autrice, elegante e fluido, costituito da parola avvolte di tenerezza e colme di emozione, che si inseguono morbidamente, senza fretta, inanellandosi l'una all'altra, guiderà il lettore all'interno della storia, nei suoi meandri più oscuri. Nonostante la profondità dei temi trattati, il romanzo appare costellato, a tratti, anche dal classico humour alla francese che strappa più di un sorriso, rendendo la lettura stessa più leggera.

Tra le pagine prendono piede diverse storie, ognuna dotata di una propria autonomia ma ben legate al contesto generale attraverso una fitta trama intessuta con maestria ed eleganza, alla francese, e mai stucchevole. I personaggi, esilaranti in alcuni casi, calcano la scena e vengono descritti con una tale dovizia di particolari e cura, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto caratteriale, da pensare di conoscerli da sempre. Ci si affeziona a quei vecchietti che diventano dei veri e propri amici per il lettore che si ritroverà a prestare sempre maggiore attenzione alle loro storie in attesa di rincontrarli nel prosieguo della lettura. 

Innegabile l'evoluzione che subirà la protagonista e che tornerà alla vita attraverso tutta una serie di insegnamenti. Comprenderà come la vecchiaia non sia un naufragio ma un onore a cui non tutti hanno accesso; che le esperienze dolorose sono quelle che ci danno la forza di riuscire a cogliere l'essenziale nella vita di ogni giorno; che la felicità è fatta di tanti piccoli pezzi che si raccolgono strada facendo; che "...il dolore ha tanti difetti, ma almeno una qualità ce l'ha: unisce le persone..."; che bisogna trovare il coraggio, ma soprattutto la forza di avanzare sul proprio sentiero senza avere paura del più piccolo sassolino. Un romanzo catartico che aiuta a comprendere il significato più profondo del dolore, ad accettarlo e a conviverci.

Questo è anche il romanzo della consapevolezza attraverso il quale il lettore in primis sarà chiamato a rapportarsi al mondo dell'anzianità con occhi diversi, andando al di là della semplice idea seconda la quale l'anziano rappresenta, agli occhi di chi osserva, l'intero ciclo della vita. Comprenderà come dietro quei volti, quei capelli grigi ci siano delle persone che sono state giovani, hanno fatto dei progetti, hanno amato, fatto delle scelte, costruito una vita intera.

Ed è proprio con l'insegnamento che più mi ha toccata, che più mi ha fatta riflettere che vorrei lasciarvi: soffermatevi a guardare i vostri genitori, per davvero. Andate oltre la semplice facciata affettiva che fa di loro una madre e un padre. Osservateli per quelli che sono: una donna e un uomo, delle persone vere, con dentro storie a volte taciute. Fate di ogni giorno un ricordo felice perché alla fine, quando anche le nostre membra saranno vecchie e stanche, ci porteremo dietro solo la felicità.





domenica 12 febbraio 2017

Sneak Peek di Febbraio!

Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Buona domenica lettori! Dalle mie parti le giornate hanno iniziato ad allungarsi, ad essere più luminose e calde e la voglia di leggere aumenta di pari passo agli odori e ai profumi della natura che inizia a risvegliarsi. Ma oggi non sono qui per parlarvi del meteo, almeno non è questo l'argomento principale. Come avrete intuito è tempo di fare un giretto in libreria perché Febbraio è un mese davvero ricco in termini di uscite. Non so, ma i primi mesi dell'anno lo sono sempre! Preparate carta e penna allora...



In libreria dal 2 Febbraio


Trama:


Cornovaglia, 1788-1790. Le nozze tra Ross, gentiluomo dal carattere forte, avverso alle convezioni sociali, e Demelza, bella, brillante, ma figlia di un povero minatore, ha scandalizzato l’alta società locale, che non approva il matrimonio di un nobile con una plebea. E così Demelza, pur facendo il possibile per assumere le maniere di una signora raffinata, fatica a conciliare il mondo da cui proviene con quello cui ora appartiene, e si sente umiliata dai modi altezzosi di chi la circonda. Questo non le impedisce però di stare al fianco di Ross, che si trova ad affrontare la grave crisi economica in cui versa il distretto: l’industria del rame è infatti sull’orlo del collasso a causa di banchieri senza scrupoli, come lo spietato George Warleggan. Mentre dalla Francia soffiano i venti della rivoluzione e il malcontento dei minatori, ridotti alla fame, sembra pronto a esplodere, Ross decide di sfidare i potenti nel tentativo di riportare giustizia e prosperità nella terra che ama, nonostante il rischio di perdere tutto ciò che ha costruito. Tra sfarzosi eventi mondani, passioni maledette e amori ritrovati, tempeste di feroce bellezza e naufragi che sembrano benedizioni per la povera gente, Ross e Demelza tornano con il secondo episodio della “saga di Poldark”, vero e proprio classico tra i romanzi storici.




In libreria dal 7 Febbraio


Trama:


In una piccola città affacciata sull'oceano, c'è una biblioteca dove gli abitanti vanno in cerca di pace e di sogni. Affidano le loro richieste ad Ani, bibliotecaria alle prime armi, una giovane donna già segnata da un destino crudele, che le ha strappato un pezzo di cuore e l'ha lasciata sola a crescere la sua bambina. Quell'impiego le è stato offerto per aiutarla ad andare avanti e, se lei ha accettato, è anche un po' per il ricordo che serba della prima biblioteca mai visitata: una sala meravigliosa in cui aveva trovato rifugio in un giorno di pioggia, un luogo solenne che l'aveva incantata. Ora, tra le pagine dei libri, cerca le risposte che non sa darsi da sola e spera di rivivere almeno un briciolo di quella lontana magia. Tra quei vecchi scaffali, anche il dottor Draper vorrebbe ritrovare la sua vita di un tempo, di quando ancora non aveva conosciuto la guerra e il senso di colpa per tutti coloro che non è riuscito a salvare. Mentre il suo amico Roy, che al fronte si è scoperto poeta, vaga alla ricerca delle parole perdute, quell'ispirazione venuta meno proprio ora che è circondato da tanta pace e bellezza. Finché una poesia anonima ricevuta da Ani irrompe in quel tempo sospeso e riavvia il corso di quei tre destini, ormai intrecciati per sempre in un'unica trama.




In libreria dal 9 Febbraio


Trama:


Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli ed è una giovane onesta, combattiva, abituata a prendere a schiaffi la vita. Fa l’avvocato, sempre in jeans, anfibi e capelli corti alla maschiaccio. Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di andarsene di casa e vivere al Nord. Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo, un avvocato cascamorto con il pelo sullo stomaco. Come conforto, le passeggiate sul lungomare con Alleria, il suo cane superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle. Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po’ d’ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito il vento che gli diceva di fuggire, o magari restare?




In libreria dal 9 Febbraio


Trama:


La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo.Ma quando, per la prima volta, un vero dolore la sorprende, la Principessa si ritrova «un buco al posto del cuore». Com’è possibile che proprio lei, abituata a emozioni tanto forti, improvvisamente non ne provi più nessuna?Smarrita, Qualcosa di Troppo prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a «non-fare qualcosa di importante». Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del «non-fare», del silenzio, perfino della noia: tutto quello da cui è abituata a fuggire. Tanto che, presto, Qualcosa di Troppo si ribella. E si tuffa in Smorfialibro, il nuovo modo di comunicare per cui tutti nel regno sembrano essere impazziti, s’innamora di un Principe sempre allegro, di un Conte sempre triste, di un Duca sempre indignato e, pur di non fermarsi e di non sentire l’insopportabile «nostalgia di Niente» che la perseguita, vive tante, troppe avventure… Fino ad arrivare in un misterioso luogo color pistacchio e capire perché «è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura».




In libreria dal 9 Febbraio


Trama:


Londra, 1919. È una bella giornata di primavera. La guerra è finita e Nadine è raggiante: indossa l’abito da sposa che le ha passato l’amica Julia. È finalmente pronta a unirsi in matrimonio con Riley, di cui è innamorata sin dall’infanzia. Nonostante lo sposo sia ancora convalescente dalle terribili ferite riportate al volto, è decisa a sperare con tutte le sue forze. Sperare in una vita normale, in un’esistenza accanto all’uomo che ama, dopo tante privazioni e gli orrori delle trincee. Ma Nadine non è la sola a lottare per la speranza. Dopo aver aspettato a lungo che il marito tornasse dal fronte, anche Julia non ha la minima intenzione di arrendersi. Benché Peter si porti dietro traumi difficili da cancellare e abbia scelto di chiudersi in un silenzio ostinato, testimonianza della sofferenza che resta nonostante tutto, è certa che l’amore e la complicità che li univano siano ancora lì, da qualche parte in fondo al cuore. Si tratta solo di trovare il coraggio di riportarli alla luce, un coraggio che finora non le è mai mancato. In un’atmosfera in cui le atrocità della guerra sembrano lontano dall’essere un capitolo chiuso, Nadine e Julia sanno bene che ora sia per loro, che hanno curato i soldati feriti e sono rimaste in attesa, sia per i mariti, che hanno combattuto al fronte, sono in arrivo giorni difficili. Ma non è ancora arrivato il momento di desistere. Sono pronte a sfoderare tutta la forza possibile pur di sconfiggere il dolore che ancora ammanta le loro vite e affrontare con rinnovata fiducia il futuro. Perché, se si sa ascoltare, nulla è perduto per sempre.

lunedì 6 febbraio 2017

Recensione 'La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola' di Raphaelle Giordano





La tua seconda vita comincia quando capisci di averne una sola
Raphaelle Giordano


Editore: Garzanti - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 214 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


Ci sono giornate in cui tutto va storto. È così per Camille, quando sotto un incredibile diluvio si trova con l’auto in panne e senza la possibilità di chiamare nessuno. Tutte le sfortune del mondo sembrano concentrarsi su di lei. Ma Camille non sa che quello è il giorno che cambierà il suo destino per sempre. Un uomo le offre il suo aiuto. Si chiama Claude, e si presenta come un «ambasciatore della felicità». Le dice che lui è in grado di dare una svolta alla vita delle persone. Camille sulle prime non dà peso alle sue parole. 
Eppure, riscoprire la bellezza delle piccole cose renderebbe tutto più facile: l’aiuterebbe ad andare di nuovo d’accordo con il figlio ribelle e a ritrovare la sintonia di un tempo con il marito. Così decide di ricontattare Claude e di seguire le sue indicazioni. Per liberarsi delle cattive abitudini c’è ogni giorno un semplice esercizio da compiere, un piccolo passo alla volta: ripercorrere le sensazioni di un momento felice, guardarsi allo specchio e farsi dei complimenti, contare tutte le volte che ci si lamenta durante la giornata. 
A volte basta solo ringraziare per quello che di buono accade, dal profumo del caffè la mattina a una realizzazione personale. Camille comincia a mettere in pratica questi consigli, e intorno e dentro di lei qualcosa succede. Con il sorriso sulle labbra, non è più così difficile parlare con suo figlio e riscoprire con suo marito i motivi per cui si erano scelti. Ma c’è una cosa ancora più importante che Camille ha imparato. Non c’è felicità se non la si divide con qualcuno. 
Questo è davvero l’ultimo tassello per fare di ogni giorno un giorno speciale, di ogni istante un istante da ricordare.



Mi aspettavo qualcosa di molto diverso da questo romanzo, che fosse più simile ad una delle uscite Garzanti di qualche tempo fa (vedasi "L'uomo che inseguiva i desideri"), che si ravvisasse una storia, un filo conduttore da seguire e dal quale si dipanassero una serie di avvenimenti che avrebbero costituito il romanzo dalla prima all'ultima pagina.
Per la verità così non è: non troverete una storia classica, con quelli che sono gli aspetti soliti a cui noi lettori siamo abituati, piuttosto si tratta di una vera e propria analisi del vissuto della protagonista, con scorci della sua quotidianità da cui parte un lavoro ed una scrittura altamente introspettiva.

Camille ha un marito. Camille ha un figlio. Camille ha un lavoro. Eppure, una mattina, al suo risveglio si ritrova completamente vuota e malinconica. Badate bene si tratta di una donna che non è infelice, ma non è nemmeno felice. Una donna a cui non manca assolutamente nulla, dallo stile di vita invidiabile, ma con la sensazione che la felicità le stia scivolando dalle dita. 
Una presa di coscienza che la porterà a scoprire, grazie all'aiuto di Claude, un abitudinologo dallo sguardo benevolo, accogliente come un abbraccio, pacato ed equilibrato, di essere affetta da abitudinite acuta: "...senza essere depressi, si può avvertire un senso di vuoto, una vera e propria malinconia, e si finisce per convivere con la sgradevole impressione di avere tutto per essere felici, eccetto la chiave per approfittarne...".
Sarà l'incontro tra i due, la nascita di un rapporto precoce tra le loro storie a far aprire le dighe della confessione e della riflessione. Camille comprenderà che quelle cose che lei possiede in realtà la limitano, come il suo lavoro che non rappresenta il futuro che aveva sempre sognato, o ancora di essere sprofondata nelle sabbie mobili di un rapporto coniugale in cui uno spirito di amicizia si era sostituito alla passione dei primi tempi, il tutto suffragato da un marito in un letargo amoroso cronico, ed infine il rapporto di forza con suo figlio Adrien, in cui aveva appeso al chiodo la divisa di madre amica e permissiva, per indossare quella di odioso generale che impone le regole. 
Claude sarà per Camille una sorta di maestro, di mentore che la guiderà verso un vero e proprio cammino, un viaggio alla riscoperta delle piccole gioie, le più semplici e le più vere, un viaggio che le permetterà di esplorare gli anfratti più segreti della sua anima. Ma, come tutti i cammini, l'ostacolo, rappresentato da una scarsa fiducia in se stessi, sarà sempre dietro l'angolo.


"Mi dica, lei che è saggio, cosa c'è nella sua anima?" "Nella mia anima ci sono due cani, uno nero e uno bianco. Quello nero è il cane dell'odio, della rabbia e del pessimismo. Quello bianco, dell'amore, della generosità e dell'ottimismo. Si azzuffano in continuazione." Il discepolo rimane un po' sorpreso. "Due cani che si azzuffano?" "Sì, praticamente tutto il tempo." "E quale vince?" "Quello che nutro di più." 


Come vi ho già detto mi aspettavo qualcosa di molto diverso da questo romanzo che colloco a metà strada nel mio personalissimo indice di gradimento. Non ho apprezzato ogni aspetto, forse perché bisogna essere predisposti a questo tipo di analisi introspettiva o comunque credo sia una lettura più vicina a coloro che stanno vivendo, nella propria vita, un momento del genere. Credo che persone di questo tipo si sentirebbero rinvigorite e motivate da questo tipo di scrittura.

Attraverso un linguaggio fluido e scorrevole, disseminato di massime e storie educative, percorreremo, insieme alla protagonista e agli altri personaggi, che sono semplicemente delineati, ad eccezione di Claude, il filo rosso del cambiamento e di come, a volte, sia necessario cambiare la prospettiva del proprio mondo per dare un senso alla vita. 

Il romanzo, infatti, insegna che l'aspetto più complicato non sia fare le cose una sola volta, ma tutti i giorni, passo dopo passo; che le trasformazioni apparentemente insignificanti sono responsabili di grandi cambiamenti; che bisogna individuare e allontanare le persone che ci intossicano con la loro visione negativa, critica e scettica; che il cambiamento deve partire da se stessi ed essere prima interiore con prese di coscienza ottimistiche e positive e, solo dopo, esteriore. 

Ve lo consiglio se avete voglia di cimentarvi con qualcosa che è sicuramente diverso dal solito, ma altamente educativo e che stimola la riflessione perché ricordate "...si può essere ricchi sfondati e molto infelici o, al contrario, avere poco e riuscire a godere della propria esistenza come nessun altro... La capacità di essere felici si allena, si rafforza, giorno dopo giorno. Basta rivedere il proprio sistema di valori, rieducare il nostro sguardo sulla vita e sugli eventi".





venerdì 3 febbraio 2017

The Hunting Word Challenge: Triade Prima Tappa!




Buongiorno partecipanti alla The Hunting Word Challenge, se state leggendo questo post, come comprenderete anche dal titolo, vuol dire che c'è chi, tra di voi, ha spuntato tutte e dieci le parole della prima tappa.
Non fatevi prendere dal panico, vi ricordo che avete tempo fino alle 18:00 del 20 di Marzo per continuare a giocare con me e spuntare quante più parole possibili, tuttavia, come prevede anche il regolamento, sono obbligata ad aggiungere 3 nuove parole, da qui il nome di triade; Triade che, come per la parola bonus, sarà pubblicata una sola volta nel corso di ogni tappa!

Prima di passare alle spiegazioni del caso, che non sono per nulla differenti da quelle a cui siete stati abituati fino ad ora, vi invito a leggere attentamente quanto segue:

per accedere alla Triade dovrete aver completato tutte le dieci parole iniziali. Cosa si intende per completato? Che oltre a leggere i dieci romanzi, dovrete avere inviato, e quindi io dovrò aver inserito nel File Drive, le vostre recensioni. Questo perché prima di accedere alla Triade effettuerò un ulteriore controllo a seguito del quale riceverete una email in cui vi si confermerà che potrete iniziare a leggere per spuntare le nuove parole. 
Quindi se siete degli accumulatori e preferite inviare le recensioni tutte insieme, ricordatevi che per proseguire con la Triade dovrete avere inviato le recensioni e ottenuto il mio consenso! Su questo non transigo perché se una delle dieci letture non dovesse andar bene non potrete accedere alla Triade!



COME GIOCARE?


Come al solito dovrete scegliere un libro (e per libro si intende un libro di minimo 150 pagine a tal proposito faranno fede le schede Amazon e Goodreads, non racconti, fumetti e varie ed eventuali!) che abbia: 

- quella stessa parola nel titolo; 
- una o più parole nel titolo che siano ricollegabili per significato o idea;
- quella stessa parola disegnata in copertina; 



Osservazione 1: potrete cambiare il numero della parola, cioè usarne il singolare o il plurale, ma non il genere, quindi se la parola è al femminile singolare, potreste utilizzarla al femminile plurale, ma non al maschile. 
Piccolo esempio: se la parola fosse Regina, Regine andrebbe benissimo, ma non Re!

Osservazione 2: nel caso in cui leggiate in lingua le parole non possono essere tradotte, quindi rimangono in italiano e, di conseguenza, non le troverete mai nel titolo. Tuttavia potreste usare il libro in lingua nel caso in cui la parola fosse raffigurata in copertina, quindi sarebbe l'unico caso possibile. Ovviamente a lettura in lingua corrisponde recensione in italiano!


Per quanto riguarda il punteggio, nel caso della Triade, sarà triplicato quindi:
  • per ogni libro letto con la parola esatta nel titolo - 9 PUNTI;
  • per ogni libro letto con una o più parole ricollegabili per significato o idea nel titolo - 3 PUNTI;
  • per ogni libro letto con quella stessa parola raffigurata in copertina - 15 PUNTI;
  • per ogni libro che abbia la parola esatta nel titolo o una ricollegabile ed anche la raffigurazione in copertina della parola data (quindi non della ricollegabile), oltre al solito punteggio di 9 o 3 + 15 Punti, se ne aggiungeranno altri - 6 PUNTI BONUS (non è contemplato il caso di una doppia parola per uno stesso libro. Deciderete voi quale delle due spuntare in modo da leggere un libro per ogni parola!)
  • al completamento della triade - 30 PUNTI BONUS;


Per quanto riguarda le recensioni farà fede la data di pubblicazione sul vostro blog o sui vostri profili Goodreads e Anobii, quindi non varranno letture antecedenti al momento dell'invio della mia email di conferma! Le letture dovranno essere scelte da quel momento in poi (non potrete utilizzare libri conclusi da qualche giorno, né riletture, né libri che avrete usato già per altre parole!). Avrete tempo fino alle ore 18:00 del 20 Marzo, tutte le recensioni che arriveranno dopo tale orario non verranno prese in considerazione!


Il modulo da utilizzare per l'invio delle recensioni della triade è lo stesso che avete usato fino a questo momento e che userete durante tutta la prima tappa (fatta eccezione per le sfide aggiuntive per le quali, vi ricordo, troverete un modulo diverso!). Ovviamente lo trovate nel post di apertura della Prima Tappa! (qui)
La compilazione dello stesso rimane invariata, dovrete solo specificare la parola spuntata nell'apposita sezione.
Per qualsiasi dubbio potete contattarmi sul gruppo Facebook o al seguente indirizzo appuntidiunagiovanereader@gmail.com


Ed ora ecco a voi la Triade!









mercoledì 1 febbraio 2017

Monthly Recap Gennaio!


Rubrica a cadenza mensile per riepilogare quanto avvenuto nel mese appena trascorso



*Sbum, sbam* "Buon anno nuovo!!!" "Benvenuto 2017!"

Ehm, buongiorno lettori! Credo di aver commesso un errore perché oggi è il primo giorno di Febbraio e questo vuol dire che Gennaio e bell'e passato e di conseguenza non stiamo festeggiando il nuovo anno.
Colpa mia, ma dovete sapere che non mi sono mica accorta che il primo dei dodici capitoli del 2017 è stato già chiuso!!! Per me siamo fermi al 31 di Dicembre.
Ma, visto che il tempo vola e che un mese si è concluso da qualche ora, vuol dire che è tempo di bilanci! Allora, vediamo insieme come è cominciato il mio anno letterario. Il tour non ha cambiato fermate, per cui le tappe saranno sempre le solite a cominciare da...




LETTURE E RECENSIONI


Ora, Gennaio è stato un mese molto ricco non solo dal punto di vista della quantità, ma anche della qualità. Di seguito le letture che mi hanno fatto compagnia in questi 31 giorni (come sempre, cliccando sulle varie copertine sarete reindirizzati alla mia recensione):



Testo Alternativo Testo Alternativo Testo Alternativo
Testo Alternativo
RECENSIONE A FINE GDL
Testo Alternativo Testo Alternativo Testo Alternativo


Anche in questo nuovo anno torna a farvi compagnia l'iniziativa che va sotto il titolo "Il libro del mese" e che trovate nella barra principale del blog. Molte sono le letture che, nel corso di Gennaio, mi hanno strappato ben 5 stelline nella valutazione su Goodreads, tuttavia ce n'è una in particolare che ha toccato le corde giuste, ha lacerato qualcosa di più profondo ed importante per noi lettori: l'anima.
La lettura del mese di Gennaio, quindi, non può che essere il romanzo-testimonianza "Sono stato un numero. Alberto Sed racconta" di Roberto Riccardi, che ho letto proprio in occasione della giornata della memoria.