giovedì 30 giugno 2016

Recensione 'Il colore del latte' di Nell Leyshon


Buon giovedì lettori. Siamo giunti alla fine del mese e domani troverete il post dedicato al bilancio del mio giugno letterario. Intanto, oggi, ne approfitto per lasciarvi la mia opinione su una delle ultime letture: "Il colore del latte" di Nell Leyshon. Un romanzo forte ma che non ho apprezzato a pieno nonostante gli ottimi presupposti.







Il colore del latte
Nell Leyshon


Editore: Corbaccio - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 182 - Prezzo: 9,90 € - eBook: 6,99€


È la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, una gamba più corta dell'altra e i capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l'unica vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo.





Questo romanzo parla di violenza fisica, psicologica, sessuale e di come tale violenza sia nata con l'uomo, di come facesse parte della sua natura già nell'800.

La storia, infatti, prende piede nel 1830 e si articolerà in quattro stagioni, da una primavera alla successiva. A metterci al corrente dei fatti narrati è la stessa protagonista, la quindicenne Mary. Il suo è un raccontare, quasi come un flusso di coscienza, gli avvenimenti della propria vita con l'unico intento di dire sempre e solo la verità. E allora partendo proprio dal principio scopriremo di come, insieme alle sorelle maggiori, venisse occupata dallo stesso padre in lavori concernenti la fattoria e prettamente maschili. Quella figura paterna che è il classico padre/padrone, un uomo burbero, violento ed autoritario. Un uomo per il quale non serve imparare a leggere e scrivere le parole sulla carta se quello che fanno è raccogliere pietre, tirare il latte dalle vacche e sfamare galline o maiali. 
Ed è proprio in questa maniera che trascorrono le loro giornate, scandite dal ritmo delle attività quotidiane, tra la vita nei campi ed il cielo notturno con le sue stelle e con la sola compagnia di sete, fame e stanchezza. 
Tutto questo fino a quando Mary non viene mandata, contro la sua volontà, a servizio, presso la canonica del paese dove dovrà accudire la moglie del reverendo le cui condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate. Da questo momento in poi il suo stile di vita cambierà completamente, insieme al suo modo di vestire e di acconciare i capelli. La giovane Mary imparerà a leggere e scrivere ma, come sempre, ogni cosa ha un prezzo e lei sembra destinata a pagarlo a proprie spese. 


"...a volte ricordare è una buona cosa perché è la storia della tua vita e senza non rimarrebbe niente. ma altre volte la memoria conserva cose che vorresti non ricordare e non conta quanto sodo provi a tenerle fuori dalla tua mente loro tornano..."


Come detto, a narrare i fatti è la stessa protagonista, Mary, che compila una sorta di diario di sue memorie, scritto in prima persona e, soprattutto, di proprio pugno. Ciò emerge dallo stile e dal linguaggio sgrammaticato utilizzati per tutto il corso della lettura, un aspetto che colpisce e che personalmente non ho apprezzato e di cui non ho compreso la necessità. Ritengo che le basi per una storia avvincente ci fossero tutte, ma il voler mostrare quello che è l'analfabetismo di colei che scrive non fa altro che compromettere l'attenzione del lettore. L'uso del congiuntivo è alquanto discutibile. Il dover cercare spesso e non volentieri, soggetti predicati e complementi vari non aiuta assolutamente. Tra l'altro le frasi mancano di segni di interpunzione, laddove dovrebbero essere necessari per comprendere al meglio la differenza tra dialoghi e parti prettamente discorsive, così come le maiuscole successive ad un punto. 
Questo è un vero peccato perché ritengo che un linguaggio più comprensibile avrebbe permesso di focalizzare l'attenzione su quello che, a mio parere, è l'aspetto più importante di un romanzo ovvero quello che è in grado di raccontare e di trasmettere al lettore. C'erano tutti i presupposti per una lettura coinvolgente, carica di sentimenti e ricca di spunti di riflessione.

Nonostante ciò, però, non si può non entrare in empatia con il personaggio di Mary, una ragazza arguta, dotata di una intelligenza innata e di una lingua affilata e tagliente. La sua è la voce di una giovane donna che non nasconde nulla, che non è in grado di mentire, trasparente e sincera. I suoi ragionamenti così precisi, lineari e veri lasciano spiazzati non solo le altre figure con le quali entrerà in contatto nel corso della sua vita, ma lo stesso lettore. 
Il finale, facilmente prevedibile, non lascia scampo a quello che è il destino della protagonista. 

Una lettura che è un fermo immagine di un'epoca passata e di tutte le brutture che l'hanno, volente o nolente, caratterizzata. Uno spaccato di una famiglia, della povertà e dell'ignoranza che regnavano sovrane.






lunedì 27 giugno 2016

Recensione 'Danzerò con te' di Anne-Laure Bondoux e Jean-Claude Mourlevat


RECENSIONE IN ANTEPRIMA

Buon inizio di settimana lettori, oggi sono molto felice perché riesco a parlarvi di un'anteprima assoluta. Un romanzo che troverete in libreria dal 30 Giugno e che ho avuto l'onore di divorare nel giro di tre giorni grazie alla copia omaggio inviatami dalla casa editrice Longanesi, per la precisione da Tommaso e Francesca che sono sempre più che gentili nel soddisfare le richieste di noi blogger.
Ora, non ho intenzione di anticiparvi nulla, vado un po' a braccio cercando di mettere ordine nella miriade di appunti presi nel corso della lettura e in tutte le sensazioni suscitatemi.





Danzerò con te
Anne-Laure Bondoux, Jean-Claude Mourlevat


Editore: Longanesi - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 300 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


Scrittore francese di grande successo, vincitore del prestigioso premio Goncourt, il sessantenne Pierre-Marie Sotto non risponde mai alle lettere dei suoi ammiratori. Ma di fronte alle parole della misteriosa Adeline ha fin da subito la sensazione di non avere a che fare con una lettrice qualsiasi. C’è qualcosa nella sua vena inesauribile di storie che lo attrae, e c’è quella busta ingombrante che gli ha mandato... Chissà quale segreto nasconde. Pierre-Marie le scrive e inizia così uno scambio sempre meno formale e sempre più intimo fra un uomo e una donna che si raccontano le ferite dell’infanzia e quelle dell’amore, la passione per la scrittura, il canto e la danza. Ben presto Pierre-Marie si accorge di non poter più fare a meno di questa nuova amica per rimettere a posto un tassello del suo passato che ancora non trova la giusta collocazione. Ma chi è davvero Adeline? E cosa contiene quel plico misterioso che gli è stato recapitato?







Una busta voluminosa nella cassetta delle lettere, un indirizzo email sul dorso della stessa, il nome del destinatario e nessun mittente. Ha inizio così il romanzo che vede protagonisti Pierre-Marie Sotto, il sessantenne scrittore e vincitore del premio Goncourt, e Adeline Parmelan, colei che, almeno all'apparenza, sembrerebbe una delle tante ammiratrici con l'ambizione di sottoporre all'occhio esperto di lui un qualche manoscritto; così come ha inizio uno scambio di email sempre più fitto attraverso il quale i due protagonisti incominceranno a raccontare e a raccontarsi al lettore, ma soprattutto a conoscersi.

Adeline è sicuramente una lettrice diversa dalle altre, una giovane donna che indossa costumi diversi a seconda delle esigenze della storia, che nasconde un segreto, che inizia a parlare del proprio passato quando, in un liceo di periferia, i suoi tratti estetici non corrispondono al canone di bellezza vigente, che ha preferito addormentarsi dinanzi ai rifiuti e alle umiliazioni ma che, ora, si è ridestata da quel torpore con l'unica consapevolezza di voler tornare a vivere pienamente.
Dall'altra parte dello schermo Pierre-Marie, un uomo non assorbito dal proprio lavoro, per nulla calato in un qualsiasi progetto letterario, succube dell noia e di una libertà tale da sperare di essere catturato quanto prima dall'incantesimo di una storia mozzafiato da inventare anche se, a dir la verità, non prova più il minimo interesse per quello che scrive, non crede più nei personaggi di cui racconta al punto tale da non sopportarli una volta abbozzati i tratti.

Partendo da quelli che sono degli argomenti di base, che si affrontano generalmente quando si inizia a fare la conoscenza di qualcuno, i due inizieranno a scavare nel profondo, nel loro passato, nei rapporti interpersonali; inizieranno a ritagliarsi del tempo, tra i tanti impegni della quotidianità, per pensare l'uno all'altra, per scriversi, proprio a causa di quell'inaspettato piacere che ricavano dalla loro corrispondenza. Lei attraversa il suo deserto e lui il suo, soffrono separatamente, lottano con i loro demoni e con la loro solitudine, un aspetto che li lega in maniera imprescindibile, così come a legarli è quella busta voluminosa che Pierre-Marie custodisce gelosamente. Un plico che dovrà essere aperto al momento giusto perché, a detta di Adeline, comprometterebbe il loro contatto virtuale, significherebbe la fine di loro due.


"...la vita segue il suo corso, si prova una sonnolenza nel corpo e nel cuore e d'un tratto ecco che compare qualcuno e ci porta la rivoluzione. Allora diventiamo l'impazienza fatta persona: la rivedrò, mi chiamerà, mi scriverà. È una cosa che colma tutto il nostro spirito. E siccome l'altro corrisponde al nostro amore ci prende la febbre, siamo in festa."


Quella raccontata in "Danzerò con te" non è la solita storia costituita da una consequenzialità di avvenimenti o da un'alternanza di capitoli. A susseguirsi sono delle email corredate di nomi e date che ricoprono un arco temporale che va da febbraio ad ottobre 2013, email che toccano vari argomenti, compiendo balzi temporali tra presente e passato. Mi verrebbe da dire che viene messa molta carne sul fuoco ma a giusta ragione ed è una cosa che comprenderete leggendo il romanzo, al punto tale che ci sono avvenimenti importanti che ho volutamente eluso per non rovinarvi la sorpresa. Si tratta, senza ombra di dubbio, di una lettura particolare, diversa. Personalmente sono stata trascinata e conquistata dalla magia creata dalla corrispondenza, dal mistero, dai segreti e dal non detto che la caratterizzano; dalla bellezza celata dietro le parole dei protagonisti e che può scaturire da un incontro casuale tra due persone tanto diverse.

I protagonisti del romanzo ci appaiono come delle voci, delle pennellate di colore che si posano su di una tela candida, prima delicatamente poi in maniera sempre più insistente, fino ad imbrattare quella stessa tela con quello che è il loro vissuto, un vissuto dirompente. Il tono di lei sempre brillante, divertente, spontaneo si contrappone a quello di lui, formale, distaccato, apparentemente freddo fino a quando non si raggiunge uno stato di intimità tale da far sì che quello stesso tono diventi più carezzevole da parte di entrambi.  Gli autori sono in grado di raccontare con maestria le ferite, i dubbi, le malinconie di un sessantenne e di come Adeline gli insegnerà che dopo un grande dolore si possa ritornare in superficie, si possa ritornare a respirare.
Ad un certo punto, un evento scatenante, farà in modo che la fitta conversazione iniziale tenda a diradarsi permettendoci di sbirciare anche nella vita di coloro che si muovono alle spalle dello scrittore: Max e Josy, una coppia che vede il proprio rapporto deteriorarsi con lo scorrere del tempo; Lisbeth che vuole accaparrarsi a tutti i costi lo scrittore, che mette in discussione il suo stato di solitudine, lei che sarebbe tanto brava ad occupare il talamo nuziale.

Un finale in cui i protagonisti scopriranno di non essere gli eroi di questa storia, che il loro è solo un ruolo secondario. Un finale in cui tutti i nodi si sciolgono ed il cuore si fa più leggero. Fino a giungere all'epilogo sorprendente ed inaspettato dove ogni cosa torna al suo posto, lì dove avrebbe dovuto essere sin dall'inizio.

Ho amato profondamente questo romanzo, mi ha rubato un pezzetto di cuore, e spero vivamente che possa accadere la stessa cosa a chiunque di voi decida di imbarcarsi in questa bellissima lettura.








giovedì 23 giugno 2016

Recensione 'Il viaggio di Lea' di Guia Risari


Buongiorno miei cari lettori, eccomi pronta con una nuova recensione tutta per voi. Oggi vi parlo di un libro per ragazzi, un filone dal quale mi sono discostata già da qualche anno, ma che ho letto in pochi giorni e soprattutto con molto piacere. Questa rispolverata è merito della stessa autrice Guia Risari che mi ha omaggiata di una copia de "Il viaggio di Lea", un romanzo assolutamente da regalare alle giovani menti. Ovviamente cerco di parlarvene calandomi nei panni della me tredicenne e credo proprio che si tratti di una lettura che avrei molto apprezzato.






Il viaggio di Lea
Guia Risari


Editore: Einaudi Ragazzi - Genere: 11-13 anni
Pagine: 224 - Prezzo: 14,00
(OMAGGIO AUTORE)


Lea ha dodici anni. E’ orfana, vive col nonno nella periferia di una città. Traumatizzata dalla perdita dei genitori si chiude in un mutismo ostinato fino a quando il nonno le porta un gatto rosso, Porfirio, un animale misterioso e parlante, un po’ saggio e un po’cinico. Lea è tormentata dalle domande sulla vita, la morte, il dolore e parte assieme a Porfirio per trovare le risposte. Finisce in una bisca, conosce un vagabondo, una chiromante, un assassino poeta, una coppia di pescatori filosofi, una strana famiglia di agricoltori, una gaia becchina. Visita un campo di rieducazione e un trio di velleitari rapinatori che finiscono per cambiar mestiere. È sempre seguita da un'ombra inquietante con piedi piccoli e occhi cangianti. È la Morte che Lea riesce infine a interrogare, scoprendo il senso della vita. Sulla via di casa, Lea fa amicizia con una ragazzina, la nipotina della Morte, che desidera visitare un altro mondo, guidare un vero cavallo e giocare i suoi coetanei. Chiede quindi a Lea di stare un po’ con lei e in cambio risponderà a tutte le sue domande. Il viaggio di Lea è un romanzo di formazione, che affronta temi come la sofferenza, la morte, la paura, il mistero, ma anche l'amore, l'amicizia, la giustizia, la diversità. Nel tentativo di chiarire quello che le risulta oscuro, la protagonista impara che non esiste una risposta semplice alle grandi domande della vita. Ma nella ricerca delle risposte Lea troverà la saggezza che potrà spegnere almeno in parte la sua inquietudine.





Basse casette, cancelli arrugginiti, staccionate scrostate e campi coltivati abusivamente fanno da cornice a quello che è il mondo di Lea. Una dodicenne dai capelli color limone e gli occhi scuri e seri di un'adulta che, rimasta orfana, vive col nonno in quella zona di periferia. Proprio a causa della morte dei genitori, avvenuta qualche tempo prima rispetto all'inizio della narrazione, ha smesso di parlare, perché parlare non serve a niente, non risolve quanto avvenuto, preferendo così crogiolarsi in quello che è il suo dolore, un dolore forte ed inaccettabile che l'ha portata a non fidarsi di nessuno. Questo fino a quando nella sua vita non ha fatto capolino un gatto rosso per nulla comune; un gatto che sa leggere nella mente, parlare e sorridere; un gatto così sapiente da conoscere l'ornitologia, le arti marziali, l'aritmetica, la psicologia e la cosmologia. Porfirio è il suo nome e deriva dal latino, in quanto significa 'vermiglio', ma fa anche riferimento ad un filosofo dell'antichità che sosteneva l'uguaglianza tra uomini e animali.

Sarà proprio per combattere i fantasmi della memoria che la giovane protagonista, accompagnata dal fido animale a quattro zampe, deciderà di mettersi alla prova e l'unico modo possibile sarà quello di partire. 
Un viaggio, il suo, che le farà incontrare personaggi di vario tipo, ognuno con una propria storia, ognuno facente parte dell'universo umano. Il contatto con tutte queste figure porterà Lea ad arricchire il proprio bagaglio conoscitivo, a rispondere, almeno in parte, a tutte quelle domande che si affollano nella sua mente, ad affrontare la vita, il dolore e il significato stesso della morte in modo diverso. Ci sarà una evoluzione del personaggio che la porterà a comprendere che non tutto può essere spiegato, che tutto ciò che nasce è casuale fino ad un certo punto in quanto conta molto anche la volontà della persona di vivere, che sono proprio i cambiamenti a provocare la nascita delle emozioni, compresa la sofferenza.


"...La morte appartiene a tutto ciò che vive. Non si può farne a meno. Si può, al massimo, sospenderla... con piccoli gesti, spontanei ed eterni. Costruendo gli attimi. Vivendo come si beve dopo aver sofferto a lungo la sete. Guardando le stelle."


Un romanzo che, grazie all'ausilio di storie, è in grado di affrontare temi importanti e diversi tra loro: la morte, l'amore, la sofferenza, il dolore, la paura e l'amicizia tra esseri umani e tra uomini e animali. Un alternarsi di capitoli quasi auto conclusivi, uno stile semplice ma efficace in cui l'immaginazione, il fantastico, si fonde e diventa un tutt'uno con la realtà, con il vero. 
Il personaggio di Lea non solo è ben strutturato e caratterizzato ma funge da ponte, da legame con il lettore. Chiunque vorrebbe un'amica come lei e un gatto come Porfirio a fargli compagnia. Anche tutte le altre figure, che si muovono sulla scena, rispettano pienamente quello che è il loro ruolo. Ho particolarmente apprezzato la descrizione di quella che sarebbe la personificazione della morte: una vecchina dagli occhi cangianti e con i piedi talmente piccoli da essere l'unico segno della sua eternità. Una rappresentazione che non farebbe mai paura ad un giovane lettore a cui è rivolta l'opera.
Un romanzo che aiuta a crescere, a rispondere a quelle domande che, volente o nolente, ognuno, ad una certa età, inizia a porsi. Un romanzo rivolto alle giovani menti per aiutarle a sciogliere alcuni dubbi esistenziali con leggerezza e a maturare un proprio pensiero, ma anche agli adulti perché si compie un viaggio il cui fine ultimo è la riscoperta di se stessi, un appropriarsi di una propria verità

"...La vita di speciale ha questo: la sua irripetibilità. In ciò sta per l’appunto l’essenza della vita: inizia e finisce. Ma niente è scritto e quindi quello che conta è come si svolge una vita, per quali strade e con che effetti..."







lunedì 20 giugno 2016

Recensione 'La lista dei miei desideri' di Lori Nelson Spielman


Buongiorno lettori e buon inizio di settimana. Come procedono le vostre giornate? Fate parte della schiera di coloro che stanno già andando a mare per poi poter sfoggiare un'abbronzatura da fare invidia? Io, ovviamente, non appartengo a questa fazione perché per prima cosa le meritate vacanze le vedrò solo tra qualche mese e, punto due, nessuno si accorgerà che io sia andata in spiaggia perché la mia pelle non ne vuole sapere di colorarsi!
Ma ora è il momento di passare all'argomento centrale del post di oggi in cui, appunto, vi parlerò di una delle mie ultime letture: "La lista dei miei desideri" di Lori Nelson Spielman.





La lista dei miei desideri
Lori Nelson Spielman


Editore: Sperling & Kupfer - Genere: Contemporary Romance
Pagine: 360 - Prezzo: 17,90 € - eBook: 6,99€


A trentaquattro anni, Brett Bohlinger ha tutto quello che vuole: un lavoro invidiabile nell'azienda di famiglia, un loft molto trendy, un fidanzato irresistibile e una mamma affettuosissima che è anche la sua migliore amica. Perciò, quando l'adorata madre Elizabeth muore, Brett è devastata per aver perso il suo punto di riferimento. E il dolore si trasforma in rabbia nel momento in cui si ritrova anche con un pugno di mosche. Perché alla lettura del testamento, invece di nominarla nuova amministratrice della Bohlinger Cosmetici, Elizabeth le lascia soltanto una lettera. Ed è una lettera strana, che la esorta a riconsiderare la sua vita, partendo dalla «lista dei desideri» che aveva stilato da ragazzina, vent'anni prima. Solo se nell'arco di un anno realizzerà tutti gli obiettivi di allora - innamorarsi, salvare il mondo, essere felice, desideri semplici e assoluti al contempo - riceverà la sua eredità. Inizialmente riluttante, a Brett non resta che seguire le istruzioni materne: mese dopo mese, ogni volta che Brett spunta una voce della lista, riceve dal notaio una nuova lettera della mamma.





"...Hai solo bisogno di più amore nella tua vita. Che venga da tuo padre, da un amante o da un'altra fonte, forse persino da te stessa. Quel che ti manca, qui, è un bisogno primario dell'essere umano. Puoi anche non crederci, ma sei una persona fortunata, perché ammetti di averne bisogno. In giro ci sono tanti infelici che hanno accantonato i loro bisogni. Cercare l'amore ci rende vulnerabili. E solo le persone sane possono permettersi di essere vulnerabili."


Tutti noi dovremmo avere una lista di desideri da realizzare, magari proprio una di quelle scribacchiate quando eravamo tanto giovani quanto ignari di come si sarebbero evolute le cose nella vita reale. E magari dovremmo aggiungerci anche una data di scadenza, così, per ravvivare il tutto. State pur certi che, così facendo, ci ritroveremmo a vivere la vita a piene mani senza il costante ritornello del 'lo faccio domani...' perché i domani si accavallano e diventano settimane, mesi, anni e noi ci crogioliamo nel rimpianto. 

Esattamente questa è la piega che aveva preso la vita di Brett Bohlinger, la protagonista del romanzo: una donna che aveva messo da parte i propri sogni per trasformarsi in quella che non è, solo per compiacere il suo fidanzato e l'ideale di donna che egli avrebbe voluto al suo fianco. O ancora, per ricevere quella stessa approvazione che aveva costantemente ricercato nella figura paterna, approvazione che non era mai arrivata.
Alla morte della madre, Brett è una donna spezzata, devastata per aver perso il suo punto di riferimento. Una donna che si sente ancora figlia, nonostante quel legame sia stato lacerato dal fato.
E sarà proprio sua madre l'artefice di quello che dovrà essere il suo destino e il suo futuro perché, alla povera Brett, non solo non sarà concesso di diventare l'amministratore delegato dell'azienda cosmetica di famiglia, ma, per poter usufruire della propria quota ereditaria, dovrà spuntare tutti gli obiettivi di una lista dei desideri scritta dalla stessa quando era solo una ragazzina. A ciò bisogna aggiungere che, per farlo, avrà solo un anno di tempo, altrimenti rimarrà con un pugno di mosche.

Proprio per questo motivo non si può non apprezzare il personaggio di Brett. Ho gioito con lei, ho pianto con lei e, in alcuni punti, avrei voluto prenderla a sberle perché incapace di vedere quanto accadeva ad un palmo dal suo naso. Una figura che subisce un processo di evoluzione e soprattutto di crescita: lei che è la versione generosa e rinunciataria della vera se stessa, che si è conformata alle esigenze altrui e che invece dovrà mettersi alla prova, spogliarsi di quella cicatrice così profonda che non le permette di accettare un affetto genuino. Accanto a lei il personaggio della mamma, una donna che non conosciamo direttamente ma solo attraverso le parole della protagonista e attraverso le lettere che la stessa Brett riceverà al completamento di ogni obiettivo e che le faranno capire quanto a fondo la genitrice credesse nella propria bambina.
Devo confessare che certi avvenimenti sono facilmente prevedibili anzitempo, ma la cosa non disturba affatto il lettore proprio perché è piacevole trovarne conferma in quanto ci si sente partecipi.

Un romanzo che si legge con piacere grazie allo stile delicato che lo caratterizza. Un romanzo commovente e che inneggia all'amore, quel sentimento che dovrebbe far parte dell'esistenza di ognuno di noi e che ci spinge a cambiare, all'aprirci fiduciosi al domani, a credere in noi stessi. Un romanzo che parla anche del rapporto figlio-genitore, di quanto possa essere estremamente complicato da una parte e meravigliosamente sublime dall'altra.

Consigliato a tutti coloro che hanno già avuto modo di apprezzare romanzi come "P.S. I love you" di Cecelia Ahern, perché l'idea di base è la stessa ma il protagonista, in questo caso, è l'amore genitoriale, e a tutti i sognatori perché non è affatto vero che i sogni sono solo per gli sciocchi!







domenica 19 giugno 2016

Sneak Peek di Giugno!


Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Buongiorno lettori, nuovo appuntamento con le uscite mensili e questa volta vi segnalo quelle di Giugno. Come sempre si tratta di una selezione di titoli perché, anche per questo mese, i romanzi che troverete in libreria sono un'infinità. Prendete carta e penna, vi serviranno!




In libreria dall' 1 Giugno


Trama:


È un po' di tempo che le cose per Wiebke non vanno per il verso giusto. Non ha passato uno degli esami più importanti del suo corso di laurea in biologia, ha lasciato il fidanzato che la tradiva, e la sua migliore amica passerà delle romantiche vacanze con il nuovo amore, lasciandola sola in città per tutta l'estate: una prospettiva davvero sconfortante. Chissà se la zia Larissa vorrà ospitarla per un paio di settimane nella sua casa in campagna sulle sponde del lago di Müritz? Da sempre un mito per Wiebke, Larissa è single, indipendente e creativa; è fuggita dalla città dopo aver tagliato i ponti con la famiglia in maniera turbolenta. Wiebke non conosce il segreto che sta dietro a questa decisione: sa solo che dodici anni prima Larissa ha perso in modo tragico il suo grande amore, e da quel momento si è rifugiata in campagna, dove dipinge magnifiche scarpe da sposa e coltiva more, circondata dai suoi animali. L'arrivo di Wiebke, con la sua vitalità e il suo affetto, crea scompiglio nella vita di Larissa e del piccolo paesino in cui vive, mettendo alle strette la zia: è giunto il momento di imprimere una svolta alla sua esistenza, complice anche il nuovo, misterioso vicino di casa... Ma riusciranno le due donne a reagire agli imprevisti che ogni trasformazione porta con sé?




In libreria dal 7 Giugno


Trama:


"La signorina" Ona Vitkus ha vissuto una vita riservata e ineccepibile, i suoi segreti - e le sue pene - celati con cura a occhi indiscreti. Questo finché non arriva lui, il bambino insolito con la passione per i Guinness dei primati. Lei ha 104 anni, lui soltanto 11. Da bravo boy scout, dovrebbe semplicemente aiutarla nei lavori di casa ogni sabato, ma con la sua curiosità e il suo entusiasmo contagioso infrange pian piano la scorza diffidente e un po' burbera di Ona, riuscendo a farla parlare di sé, a cominciare da quelle lontane origini lituane, e persino a coinvolgerla in un progetto singolare: farle vincere il record di "Automobilista patentata più anziana". Ona, che nel suo secondo secolo di vita credeva di avere ormai chiuso con l'amicizia, è conquistata da quel ragazzino con l'aria fragile e buffa che la fa sentire speciale. Ed è profondamente delusa quando quei sabati fatti di faccende domestiche, racconti e lezioni di guida s'interrompono di colpo. Passa un sabato, poi un altro: del bambino, nessuna traccia. Fino a quando si presenta a casa sua uno sconosciuto, un uomo di nome Quinn. È il padre del ragazzino ed è lì per completare quello che suo figlio aveva iniziato prima di essere strappato alla vita troppo presto. Da quel momento, Ona si ritroverà alle prese con i sensi di colpa di un padre, con il dolore di una famiglia spezzata, con un inatteso viaggio on the road che diventa un viaggio dell'anima.




In libreria dal 9 Giugno


Trama:


Un messaggio raccapricciante, un killer che conosce troppi segreti.Il romanzo che consacra la serie tra i pilastri del thriller internazionale.Quando un misterioso pacco viene consegnato a Robin Ellacott, la ragazza rimane inorridita nello scoprire che contiene la gamba amputata di una donna. L’investigatore privato Cormoran Strike, il suo capo, è meno sorpreso, ma non per questo meno preoccupato. Solo quattro persone che fanno parte del suo passato potrebbero esserne responsabili – e Strike sa che ciascuno di loro sarebbe capace di questa e altre indicibili brutalità. La polizia concentra le indagini su un sospettato, ma Strike è sempre più convinto che lui sia innocente: non rimane che prendere in mano il caso insieme a Robin e immergersi nei mondi oscuri e contorti degli altri tre indiziati. Ma nuovi, disumani delitti stanno per essere compiuti, e non rimane molto tempo…La via del male è il terzo libro dell’acclamata serie che ha per protagonisti Cormoran Strike e la giovane e determinata Robin Ellacott. Un giallo ingegnoso, con colpi di scena inaspettati, ma anche l’appassionante storia di un uomo e di una donna giunti a un crocevia della loro vita personale e professionale.«Per le strade ghiacciate e fangose di Londra si aggira zoppicando un eroe di cui sentiremo parlare a lungo.




In libreria dal 9 Giugno


Trama:


Quando i ricordi ritornano alla mente, a volte non si è preparati ad accoglierli. Soprattutto se si è fatto di tutto per far tacere la loro voce, per nascondere le sensazioni che portano con sé. È così per Seda, che credeva di aver finalmente seppellito il passato per sempre. Ma ora è tornato e parla del paese da cui si è allontanata senza voltarsi indietro. Parla della Turchia dove affondano le sue radici, il paese di cui sente ancora il profumo delle spezie e il rumore dei telai al lavoro nell’azienda della sua famiglia. Da lì proviene il giovane Orhan, che adesso vuole delle risposte. Vuole sapere perché suo nonno, Kemal, ha lasciato la loro vecchia casa a Seda, una sconosciuta che vive in America. Lei capisce che è arrivato il momento di scendere a patti con la sua memoria e con quella colpa che non ha mai confessato a nessuno. Decide di affidare a Orhan la sua storia. La storia di lei ancora ragazzina che si innamora di Kemal all’ombra di un grande albero di gelso, i cui rami si innalzavano fino a voler raggiungere il cielo. Un amore spezzato dalle deportazioni degli armeni, all’alba della prima guerra mondiale. Un amore che ha costretto Seda a scelte difficili i cui rimpianti non l’hanno mai abbandonata. Solo con Orhan ha trovato il coraggio di riaprire quelle vecchie ferite. Di rivelare una verità da cui possa nascere una nuova speranza. Perché il passato, anche se doloroso, va ascoltato e deve insegnare a non dimenticare.

giovedì 16 giugno 2016

Recensione 'Zia Antonia sapeva di menta' di Andrea Vitali


Buon pomeriggio miei cari lettori, mentre fuori imperversa una bufera con raffiche di vento che superano i 50 km/h (perché non siamo a Giugno ma a Novembre), io vi aggiorno sulle mie ultime letture. 
Oggi ne approfitto per raccontarvi della mia nuova conoscenza con Andrea Vitali, un autore molto famoso, che sforna romanzi ogni anno, anche più di uno per la verità, e che ha alle spalle una sfilza di titoli a cui attingere. Titoli sempre molto originali, titoli che, in alcuni casi, strappano un sorriso proprio come è avvenuto per "Zia Antonia sapeva di menta".
Credo che questa recensione faccia al caso di tutti coloro che, come me, hanno voglia di approcciare ad un autore del calibro di Vitali!






Zia Antonia sapeva di menta
Andrea Vitali


Editore: Garzanti - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 147 - Prezzo: 9,90 € - eBook: 6,99€


"Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della casa!" Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di Riposo di Bellano l'aglio non l'ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati, entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell'odore, invece dell'aroma inconfondibile e fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa, nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l'aveva accudita per tre anni, finché lei, un po' per non gravare troppo sul nipote, un po' per pudore, aveva deciso di trasferirsi all'ospizio. Quel sorprendente odore d'aglio è un piccolo enigma. Forse è l'indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all'energica suor Speranza, si ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità.





In un giorno qualunque, di una settimana qualunque, ero in chat con Laura la Libridinosa e, mentre ciarlavamo del più e del meno, le ho detto: "Laura voglio leggere Vitali!". Dopo un "Uh, Vitali!" mi suggerisce che, secondo il suo parere, in quanto esperta conoscitrice della materia, sarebbe stato opportuno iniziare proprio dal romanzo in questione perché racchiudeva l'essenza del Vitali e ciò mi avrebbe permesso di farmi un'idea ben precisa sia sullo stile narrativo, sia sul tipo di storie da lui raccontate.
E fu così che, trotterellando (come i trentatré trentini che entrarono a Trento!), mi sono recata in libreria dove sono riuscita ad accaparrarmi l'unica copia disponibile. In un pomeriggio qualunque, poi, accomodatami in poltrona, ho superato la metà del libro nel giro di poche ore al punto tale da interromperne la lettura per gustarmi il finale il giorno seguente.

La bravura di Vitali, che è anche l'aspetto che fondamentalmente mi ha conquistata, risiede nella capacità, al pari di un sarto, di imbastire delle storie vere e proprie a partire dagli scampoli. 
Lui racconta di cose semplici, di fatti del quotidiano e l'esempio lampante è rappresentato proprio dal forte odore di aglio che permea le pagine del romanzo dove, l'unico profumo ammissibile sarebbe dovuto essere quello delle mentine consumate da zia Antonia. E questo Ernesto Cervicati, nipote della suddetta, lo sa bene perché "...zia Antonia sapeva sempre di menta. Da che se la ricordava, la zia aveva sempre avuto intorno a sé quell'orbitale profumato, frutto di chili e chili di caramelle e mentini succhiati nell'arco di una vita intera..." .

Siamo a Bellano, 1970. Come di consueto Ernesto si reca alla casa di riposo, gestita da suore, dove è ospite sua zia Antonia ma, contrariamente a quanto lo stesso si aspetta, nella stanza aleggia un pungente odore di aglio. Appurato da Suor Speranza che non siano state servite pietanze contenenti un tale alimento, i due inizieranno ad indagare su quello che diventerà un vero e proprio caso perché, il giorno successivo, la stessa zia Antonia inizierà ad assumere degli atteggiamenti piuttosto strani come il non mangiare o il rimanere a letto con gli occhi chiusi. E mentre le note di 'Chi non lavora non fa l'amore' risuoneranno imperterrite dalle casse delle radio, conosceremo tutta una serie di strambi personaggi di paese che, volente o nolente, si ritroveranno coinvolti nella bizzarra vicenda: il dottor Aloisio Fastelli, il medico che ritiene il mondo essere fatto per l'allegria e non per mettere sottoterra le persone prima della loro morte; il Cervicati Antonio, nipote dell'Antonia e fratello di Enrico con il quale non ha alcun rapporto da sei anni, e sua moglie Augusta che penseranno bene di ricucire i rapporti con la zia alla luce di un estratto conto bancario che, erroneamente, è stato imbucato nella loro cassetta postale. 

Con uno stile narrativo che è proprio di Vitali, fatto di frasi brevi e veloci che si alternano a dialoghi sempre più incalzanti, arricchito in diverse occasioni con termini desueti, saremo condotti nel vivo della storia. Una storia incentrata sugli equivoci, sui colpi di scena e sull'imprevedibilità dei suoi stessi personaggi che condurranno il lettore ad un finale inaspettato. Un racconto che parla di vita quotidiana con figure che non sono affatto inusuali, ma del tutto reali, pienamente credibili, a partire dal nipote amorevole cui si contrappone il fratello che antepone il tornaconto personale all'affezione per la zia, fino a giungere alla suora che, come un burattinaio, muove le fila delle sue marionette, lei che tutto vede e tutto sente. 

Una lettura che consente di compiere un vero e proprio salto temporale nel passato. Una lettura spassosa, divertente e ricca di spunti di riflessione non solo su quella che è la condizione dell'anziano ma, e soprattutto, su quelli che sono i rapporti dell'anziano con il proprio parentado. Un romanzo consigliato a tutti coloro che vogliono trascorrere qualche ora in leggerezza e tranquillità ed anche un ottimo modo per conoscere un autore tutto italiano. 




lunedì 13 giugno 2016

Recensione 'La donna di picche' di Guido Maria Nizzola


Buon inizio di settimana miei affezionati lettori. Non so se ci avete fatto caso ma siamo prossimi alla metà del mese e sembra solo ieri quando maggio ci salutava per lasciare spazio a giugno.
Tra l'altro questo avanzamento temporale mi fa pensare all'estate ormai prossima, anche se sarò in ferie solo tra qualche mese, e sto già iniziando a pensare a quali titoli portare in vacanza con me.
Oggi, però, vorrei parlarvi di un romanzo che mi è stato proposto dalla casa editrice Edizioni Artestampa, che ringrazio per la copia, e che fa parte di un genere a me molto affine quale il thriller. Mettetevi comodi, si comincia!




La donna di picche
Guido Maria Nizzola


Editore: Edizioni Artestampa - Genere: Thriller Pagine: 309 - Prezzo: 15,00 € - eBook: 7,99€
(OMAGGIO CE)


Quando la splendida Annika Mellemberg, erede di una facoltosa stirpe di industriali tedeschi, entra nella vita – e nell'azienda – dell'ingegner Enrico Mattei, sembra che la sorte abbia voluto creare una di quelle coppie perfette che suscitano negli altri ammirazione e, talvolta, invidia. Ma non è tutto oro quello che luccica, o meglio: l'oro è autentico, tutto il resto è un grande enigma che Enrico Mattei dovrà risolvere, se ci tiene alla vita.








Il rituale del matrimonio prevede che venga pronunciata una promessa che dice grossomodo così: "...per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?". Ora, pare che la frase finale abbia subito delle modifiche nel corso degli anni ma non è questa la sede in cui appurare la cosa. Per potervi parlarvi del romanzo, invece, è importante proprio la battuta finale, quel "finché morte non vi separi".

Siete sicuri di potervi fidare al cento per cento della persona che avete al vostro fianco? Vi è mai capitato di provare un sentimento diverso da quello d'amore, un sentimento molto più simile alla paura? Sono sicura che la maggior parte di voi risponderà in coro un secco no! Diversa è la questione per Enrico Mattei, il protagonista del romanzo e per sua moglie Annika Mellemberg. Conosciutisi qualche anno prima rispetto ai fatti raccontati, entrambi sono a capo di due grandi aziende specializzate nel campo delle energie rinnovabili, una tutta italiana e l'altra tedesca. 
Tuttavia il loro si presenta come un matrimonio davvero singolare; costretti a soggiornare in luoghi diversi per la maggior parte dell'anno, non condividono il letto neanche quando si trovano sotto lo stesso tetto e assolvono ai loro doveri coniugali in maniera molto sporadica. Un matrimonio d'interessi reciproci, più che di amore nel senso più stretto del termine. Enrico è un uomo che si è fatto da solo: una madre bidella, un padre idraulico e nonni contadini. Dotato di intelligenza, cultura e ingegno ha proseguito gli studi grazie al denaro delle varie squadre calcistiche in cui aveva giocato da ragazzino e che avevano preso a cuore la situazione del piccolo Enrico, orfano di padre. 
Annika invece è una donna magnetica, non dotata di una particolare bellezza, ma ricca di fascino. Appartenente alla stirpe dei Mellemberg, un cognome altisonante, ha risollevato le sorti dell'azienda di famiglia della quale è divenuta, poi, presidente. Una donna cinica, subdola e calcolatrice. Lo stesso Enrico si ritroverà ad essere succube di quella moglie per la quale inizierà a provare un sentimento molto più vicino alla paura e all'odio. Una donna disposta a tutto per ottenere quello che vuole ed Enrico questo lo scoprirà a proprie spese, soprattutto quando il confine che separa la vita dalla morte verrà valicato.


"La vedeva volare e aspettava ansioso. Quando vide la mosca dibattersi freneticamente fu preso da una enorme soddisfazione. Vicino a lei la farfalla, che poco prima era rimasta impigliata, si era rassegnata e non si muoveva più. Si sentì l'acquolina in bocca. Quale mangio per prima? La farfalla, decise. Guardò ancora una volta dall'alto il suo capolavoro. Le faceva tutte belle, ma la ragnatela di quel giorno era perfetta. Cominciò a scendere, rapido e leggero. Sono un genio pensò. Io, il ragno."


"La donna di picche" racconta di potere, ricchezza, ambizione, il tutto condito da una scia di sangue che coinvolge un numero di cadaveri sempre maggiore. Il romanzo si suddivide in tre grandi sezioni. Ho trovato la parte iniziale, che per contenuti rappresenta una sorta di presentazione che solo in un secondo momento ci introdurrà nel vivo della storia, eccessivamente prolissa in alcuni punti con una particolare focalizzazione su argomenti quali i diversi tipi di energia rinnovabile, le fonti utilizzabili e via discorrendo che, per chi come me non è esperto in materia, costituiscono una pausa nella narrazione che ha un certo peso dal punto di vista dell'attenzione.
La seconda e la terza parte, invece, rappresentano il punto di forza del romanzo. È qui che iniziano a dipanarsi i vari omicidi e prende piede l'indagine vera e propria. Un'indagine con tutti i crismi, ben strutturata, costruita passo passo, in maniera così particolareggiata da sentirsi parte integrante della squadra investigativa. Lo confesso, da questo momento in poi la lettura si è rivelata molto più piacevole e scorrevole. Molto bravo l'autore a costruire un intreccio di storie che, apparentemente, sembrerebbe condurre all'unico colpevole possibile per poi stravolgere ogni cosa e ribaltare interamente la situazione prospettatasi di facile risoluzione fino a quel momento. Uno stile semplice, agevole e lineare, ricco di dialoghi che lasciano trasparire la forte interazione tra i vari personaggi, non solo tra i protagonisti, ma tra tutti coloro che occupano la scena. Ognuno di loro è dotato di una propria personalità e questo traspare in maniera efficace pagina dopo pagina. Si nota, inoltre, l'ottima conoscenza dei luoghi, soprattutto quelli del modenese, in cui si snoda la vicenda.

Una lettura che si è rivelata una piacevole scoperta e che, per questo motivo, consiglio agli amanti del genere, a tutti coloro che amano restare col fiato sospeso, che vogliono sentirsi parte integrante dell'indagine e che si sentono affini a quelle storie in cui niente è come sembra.







venerdì 10 giugno 2016

Recensione 'Incubo' di Wulf Dorn


Buongiorno lettori e buon venerdì! Ritorna l'appuntamento con la recensione prima del weekend. Oggi vi parlo di un bellissimo thriller, che avrete capito essere uno dei miei generi di lettura preferiti, facente parte di quella sfera che va sotto il nome di psico thriller, ovvero che ha per protagonista il subconscio umano e quindi la sfera prettamente psichica. 
A tal proposito, ringrazio la casa editrice Corbaccio per la copia omaggio di "Incubo", ultimo capolavoro del maestro del genere, Wulf Dorn.





Incubo
Wulf Dorn


Editore: Corbaccio - Genere: Thriller
Pagine: 300 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 6,99€
(OMAGGIO CE) 


Dalla morte dei genitori in un terribile incidente d’auto dal quale è uscito miracolosamente illeso, Simon soffre di incubi spaventosi. Dopo essere stato ricoverato in un ospedale psichiatrico in seguito allo shock, Simon si è stabilito dalla zia insieme con suo fratello maggiore, ma adattarsi alla nuova vita è un compito durissimo, soprattutto da quando Simon è perseguitato da una presenza malvagia che lo spia nel buio, proprio come nei suoi sogni più spaventosi. E forse è proprio questa presenza la responsabile della scomparsa di una ragazza, la stessa che Simon decide di cercare aiutato dalla sua unica amica.





"A volte qualcosa si spezza. Non sentiamo alcun rumore, neppure ce ne accorgiamo. Eppure fa malissimo. È un dolore così violento che ci sembra non passerà mai. Nemmeno tra mille anni."


Basta il tempo di un respiro perché tutto cambi. Un attimo prima sei comodamente seduto sul sedile posteriore della vettura guidata dai tuoi genitori e l'attimo dopo ti ritrovi catapultato nel vuoto, appeso a testa in giù, frenato dalla cintura di sicurezza mentre i vetri schizzano ovunque, le urla si accavallano le une sulle altre, lo sguardo terrorizzato si sofferma sullo spazio circostante e poi silenzio. Solo silenzio. 
Questo è quanto accade a Simon Strode in quello che era sembrato, all'apparenza, un sabato di marzo come tanti. O meglio, questo è quello che lui riesce a ricordare a fatica nell'ospedale psichiatrico nel quale viene ospitato subito dopo l'incidente affinché riesca a riempire quei vuoti di memoria tanto angoscianti.
L'incidente lo ha strappato alla sua routine, alla sua quotidianità, lo ha privato dell'affetto più caro, quello dei suoi genitori, lo ha sradicato da quella che era la sua vita. 
Nonostante l'ospitalità di zia Tilia e il riavvicinamento a suo fratello Michael, il suo punto di riferimento, Simon si sente solo. Anche se poi solo non è perché ci sono gli incubi e i mostri dagli occhi rossi che li popolano a fargli compagnia. 
Ma a Fahlenberg iniziano ad accadere strani episodi, prima la scomparsa della sedicenne Leonie, poi l'aggressione a Melina, la fidanzata di Michael. Qualcuno ha iniziato a mietere le sue vittime, un lupo dai denti aguzzi, un lupo che si aggira per i boschi e che forse non ha finito di scegliere le sue prede. Sarà a questo punto che Simon, aiutato dalla strana ragazza dai capelli corvino di nome Caro, svestirà i panni del codardo e cercherò di fare luce su quanto sta avvenendo.


"Es è come il lupo cattivo delle favole. Finché dai ascolto alla ragione e ai sentimenti, e sai che può diventare pericoloso, non ti farà niente. Ma guai se gli lasci campo libero. Allora ti divora. A volte basta un solo istante. E, se poi non riconosci il tuo errore, le cose peggiorano ulteriormente."


Corteggiavo da tempo immemore Dorn ma non avevo avuto occasione di prendere un suo romanzo tra le mani e dire 'Bene, conosciamoci!'. I miei amici lettori continuavano a ripetermi che la cosa era davvero ingiustificabile: un'amante del thriller non poteva non aver letto Dorn.
A questo punto, complice anche la casa editrice, mi è sembrata un'ottima idea iniziare proprio dal suo ultimo romanzo, una novità dell'ultimo periodo visto che sono solita ripescare prima i vecchi romanzi e procedere in ordine temporale con i successivi. Proprio per questa mia scarsa conoscenza, non avendo letto nulla di suo, non posso operare confronti con i romanzi precedenti ma vi scriverò cosa ne penso di questa lettura da profana.

Devo ammettere che non sono stata subito conquistata da "Incubo", un romanzo dalle tinte fosche, cupe, inquietanti. Ci è voluto un po' perché iniziassi a nutrire i giusti dubbi, iniziassi a provare quelle sensazioni così ambigue e alle quali si vuole trovare una risposta a tutti i costi e per farlo è necessario gettarsi a capofitto nella lettura. Ebbene questo è successo da un certo punto in poi, quando si è raggiunto un picco di tensione non indifferente, al punto tale da farmi divorare il romanzo.
Posso confermare che Dorn è un maestro dello psico thriller, le voci che circolano su di lui sono vere e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa. Il romanzo è permeato da un senso di solitudine e di tensione sempre più crescente. Le atmosfere in cui prendono piede le vicende, i luoghi coinvolti, come la boscaglia o il vecchio hotel in rovina, vengono delineate con cura e perizia. Sogno e realtà si mescolano tra loro alla perfezione al punto che gran parte delle scene sembrano così reali da provare paura per lo stesso Simon. 
Efficace la caratterizzazione e l'enfatizzazione dello stesso personaggio e della sua psiche. Simon è un diverso, il migliore della classe in tutte le materie, ma un perdente in qualsiasi attività fisica a causa della sua statura e della sua corporatura. Soggetto alle angherie dei bulli. Prigioniero della sua mente, delle sue paure, delle sue fissazioni. L'ordine matematico è per lui sinonimo di sicurezza, tutto deve avere una propria logica, una propria organizzazione. Il caos non è contemplato. 
In lui affiora spesso il desiderio di ritornare al passato, a quando i suoi genitori erano vivi, a quando la sua famiglia era unita. La paura dell'abbandono è il mostro che gli fa compagnia, così come i mostri che popolano i suoi incubi. Per questo motivo sarà costantemente chiamato a risolvere i conflitti che prendono piede nella sua stessa mente.

Con uno stile sempre più incalzante e ricco di suspense lo scrittore guiderà il lettore attraverso le zone d'ombra della mente umana, quelle zone dove si annidano le paure, le fobie, dove la realtà viene travisata, modificata a piacimento di chi ne è coinvolto perché in romanzi in cui è la stessa mente ad essere la vera protagonista, le cose non sono mai come appaiono. E il punto di forza del suo narrare risiede proprio in questo: indurre il lettore a pensare una determinata cosa e sovvertire ogni logica nell'attimo successivo, quando tutto sembra ormai definito e prossimo alla conclusione. Il punto di vista delle cose è importante soprattutto quando tutto è il contrario di tutto e il finale vi lascerà senza fiato!

Una lettura in cui si parlerà più di sparizioni che di scie di sangue, dove il macabro non trova posto cedendo il passo ai misteri della psicologia, a quelle zone d'ombra che caratterizzano la mente dell'essere umano. Una lettura che consiglio soprattutto a coloro che, come me, non si sono ancora accostati al mondo di Dorn e allo psico thriller.







lunedì 6 giugno 2016

Recensione 'La tristezza ha il sonno leggero' di Lorenzo Marone


Buon lunedì miei cari lettori! Giugno avanza pian pianino ed io sono qui, comodamente seduta, pronta a lasciarvi la mia opinione post lettura di un romanzo che ho amato alla follia.
So che siete abituati a leggere una sorta di antefatto in queste poche battute iniziali, quello che mi piace definire preambolo, ma in questa occasione devo farne a meno. Vorrei che il romanzo si presentasse a voi, quasi spontaneamente, tra qualche riga. Vi auguro una buona lettura, sperando di riuscire a trasmettervi un briciolo di quanto il lettore possa provare nel corso della lettura de "La tristezza ha il sonno leggero" di Lorenzo Marone.





La tristezza ha il sonno leggero
Lorenzo Marone


Editore: Longanesi - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 370 Prezzo: 16,90 € - eBook: 4,99€


Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli, È uno di quei figli cresciuti un po' qua e un po' là, un fine settimana dalla madre e uno dal padre, Sulla soglia dei quarant'anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nello stomaco, somatizzando tutto. Un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato di avere una relazione con un collega. Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l'appuntamento con la sua vita. E uno per uno deciderà di affrontare le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ama, un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che non abbiamo alcun obbligo di ricoprire per sempre il ruolo affibbiatoci dalla famiglia. E quando la moglie gli annuncerà di essere incinta, Erri sarà costretto a prendere la decisione più difficile della sua esistenza.






Ci sono romanzi che ti si cuciono addosso avviluppandosi alle tue membra. È un po' come essere nudi prima di incontrarli e ritrovarsi improvvisamente vestiti di tutto punto nel momento in cui se ne è iniziata la lettura.
Ci sono romanzi che entrano nella vita di ogni lettore in punta di piedi fino a conquistarsi il proprio spazio, fino a diventare una costante certa e assoluta della sua quotidianità al punto da non riuscire a distogliere il pensiero neanche un attimo da quelle pagine, da quelle storie, da quei personaggi.
Ci sono romanzi che, una volta terminati, ti lasciano dentro un senso di vuoto, di perdita, di lutto. Si rimane orfani. Una parola forte, una parola alla quale difficilmente si riesce a dare un peso specifico vero e proprio fino a quando, poi, non ci si imbatte ne "La tristezza ha il sonno leggero", un romanzo che è tutto questo e molto di più.
Leggere Lorenzo Marone equivale a prendere il largo, a lasciarsi condurre attraverso quelle che sono le imperfezioni della vita così imprevedibile e contraddittoria. Equivale a compiere un viaggio, non solo tra le pagine inchiostrate, ma un viaggio interiore, spirituale. Un viaggio verso quella che è la vita. La vita vera. E allora, per affrontare al meglio la traversata, sarebbe opportuno recuperare un bagaglio vuoto e molto capiente affinché sia possibile stipare tutto quello in cui ci si imbatterà nel lungo, meraviglioso e malinconico cammino. La mia valigia, devo ammetterlo, non era completamente vuota. In un angolino risiedeva la paura. La paura di non provare determinate emozioni, di restare immune al fascino della scrittura di Lorenzo ma, ovviamente, così non è stato e quella stessa paura è volata via a partire dall'incipit. 


"Si dice che il carattere di una persona si formi nei primissimi anni di vita. Sono i primi che influenzano tutto il resto. Una bella fregatura. Perché basta che per un motivo o per l'altro quel periodo non vada per il verso giusto, che sei rovinato per sempre."


Per potervi parlare di Erri Gargiulo, un nome che è tutto un programma, frutto della sfrenata passione di suo padre Raffaele per Henry Charles Bukowski e di un impiegato dell'anagrafe poco attento e con una forte propensione all'italianizzazione, è necessario partire proprio da quella valigia di cui vi ho parlato poc'anzi. Una valigia che, nel suo caso, ha un proprio peso a causa dei rimpianti, dei rimorsi, e delle scelte mancate che hanno caratterizzato tutta la sua esistenza. Una valigia che è come un macigno soprattutto ora che si trova alla soglia dei quarant'anni, ed è tempo di bilanci. Soprattutto ora che sua moglie ha deciso di lasciarlo. Soprattutto ora che il peso di due famiglie grava ancora di più sulle sue spalle: lui che è sempre stato 'l'altro figlio', 'l'altro fratello' a seconda dei casi. Sì, perché Erri è figlio di genitori separati. Renata, sua madre, dalla quale riceve esigue attenzioni si è risposata con Mario e da questa nuova unione sono nati Valerio e Giovannino. Da suo padre Raffaele, davanti al quale Erri non ha il coraggio di aprire bocca, e dalla compagna Rosalinda è invece nata Flor. A questo allegro quadretto va aggiunto un ulteriore personaggio, Arianna, figlia del precedente matrimonio di Mario.
Arianna ed Erri rappresentano due facce della stessa medaglia, segnati da un eguale destino: essere 'mezzi figli'.
Sarà proprio grazie ad una cena organizzata da Renata, alla quale saranno tutti presenti, eccetto la famiglia paterna, che Erri inizierà a raccontare e a raccontarsi. Una cena in cui svelare qualcosa di importante e che si rivela essere un ottimo palcoscenico su cui mettere in mostra incomprensioni, litigi, frustrazioni, parole non dette e sentimenti sopiti di quella che è una particolare famiglia allargata.


"Non so, credo che, in realtà, le cose vadano così, le persone si incontrano, si piacciono, si amano, percorrono insieme un pezzetto di strada e, infine, si perdono, senza un reale motivo. O, forse, il motivo c'è, ed è quello di permettere nuovi incontri, diversi amori, altri inizi."


Lorenzo è un cantastorie. Con il suo stile semplice, pulito, ammaliante e ricco di dialoghi è in grado di costruire storie quotidiane, di raccontare di persone, di nuclei familiari che incontreresti semplicemente varcando la porta di casa. Quello stesso mondo che a volte è fuori e altre volte è proprio tra quelle mura domestiche.
Il romanzo si sviluppa in crescendo; si parte da un Erri che inizia a parlare di sé al suo pubblico e voi siete lì, incuriositi, che lo ascoltate affascinati. Poi afferra la vostra mano e vi conduce nei meandri più segreti del suo vissuto e a quel punto il gioco è fatto: siete amici. Ed è allora che siete pronti a varcare le giuste soglie, ad esplorare le giuste stanze per conoscere le varie persone che le abitano. E qui mi ricollego ai personaggi, quelle figure delineate attraverso poche pennellate di colore. Così veri, così reali che sembrano quasi prendere vita: ti scorticano la pelle, insinuandosi al di sotto di essa, strato dopo strato, fino a raggiungere le corde del cuore, fino a graffiare l'anima.
Tra tutti spicca la figura del protagonista che si autodefinisce il primogenito in assoluto, colui che si ritrova a barcamenarsi, più che a vivere, tra le sue due famiglie. E proprio questo suo essere 'il primo figlio' è la causa di ogni suo male. Lui che non vuole esprimere quello che prova, che preferisce restare in panchina a guardare la vita scorrergli davanti, uno che le giornate non le trascorre, le subisce. Uno che sceglie di non scegliere. Un uomo che ha paura di tornare a vivere. Un uomo per cui "...già iniziare comporta un notevole dispendio di energie, rifare da capo qualcosa non rientra nelle sue abitudini...".
Per quanto possa sembrare un inetto, un incapace, non si riesce ad odiare Erri, anzi ci si affeziona ed è proprio in questo che risiede la bravura di una grande penna come quella di Lorenzo.

Questa è una storia di 'famiglie allargate', di mezzi figli, di perdite, di abbandoni, di legami che si spezzano e di altri che sono sempre stati lì, ad un palmo dal naso, e che bisognava semplicemente rinsaldare.
Si rimane orfani di Erri, è vero, ma felici di aver incrociato il proprio cammino col suo. Felici di sapere che è lì, che ha smesso di accovacciarsi con le spalle al muro e gli occhi chiusi in attesa che il mondo decida per lui, che ha svuotato quel suo bagaglio tanto pesante.
Lui ce l'ha fatta perché i buoni, almeno nei romanzi, vincono sempre!






mercoledì 1 giugno 2016

Monthly Recap Maggio!



Rubrica a cadenza mensile per riepilogare quanto avvenuto nel mese appena trascorso



Buongiorno a tutti, primo giorno del nuovo mese! Giugno inizia a profumare di mare, di sole che bacia la pelle (anche se io, essendo un latticino, non è che ci vada proprio d'accordo!), di letture al parco e sopratutto di nuove scoperte letterarie. Questo, per me, sarà un mese in cui voglio conoscere una serie di autori ma ve ne parlerò meglio quando sarà il momento di stilare la mia nuova TBR.
Allora venite con me è tempo di fare il punto della situazione di questo maggio in cui ho proceduto, lentamente, ma ho proceduto, nonostante non sia stata assidua frequentatrice del blog!



LETTURE E RECENSIONI


Eccoci giunti a svelare il primo grande mistero. Come molti di voi ricorderanno a Maggio ho deciso di stilare la mia prima TBR, io che con le liste librose non sono mai andata d'amore e d'accordo. Vediamo se sono riuscita a rispettare qualcuno dei punti che mi ero prefissata e quindi quanti titoli sono riuscita a leggere e portare a casa. I romanzi segnati da una linea orizzontale sono quelli che ho felicemente spuntato e cliccandoci sopra sarete reindirizzati alla corrispettiva recensione :)



"Pane cose e cappuccino: dal fornaio di Elmwood Springs" di Fannie Flagg



Come avrete potuto notare sono riuscita a portare a termine tre letture su quattro tra quelle prefissate anche se, a dirla tutta, ci sono stati dei titoli che classificherei extra che mi hanno tenuto compagnia in questi trentuno giorni. Sto parlando di "Borderlife" di Dorit Rabynian e di "La tristezza ha il sonno leggero" di Lorenzo Marone, di cui troverete presto la recensione ma che posso proclamare, ad occhi chiusi, Lettura del Mese di Maggio!!!




LIBRI SUI MIEI SCAFFALI


Il bottino di questo mese è davvero molto ricco tra omaggi delle CE e sorprese, di qualche giorno fa, che vedono protagonista la cara e dolce Cuore del blog "Il Cuore in un libro" che, in occasione del suo primo compleanno nella blogosfera, ha deciso di premiare alcune blogger, me compresa, per la loro assidua e costante presenza, con tre e-Book scelti da una lista di titoli da lei proposta.



OMAGGI CE

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GLI EBOOK DI CUORE

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