venerdì 18 settembre 2015

Recensione 'Innamorarsi. Istruzioni per l'uso' di Cecelia Ahern


Buon pomeriggio lettori, quest'oggi vi parlo di un libro di un'autrice che sto imparando a conoscere poco per volta. Devo ammettere che sto muovendo i primi passi nel mondo della Ahern e questo romanzo non mi ha pienamente convinta. Siete curiosi di saperne di più? Allora vi lascio alla lettura della mia recensione!




Innamorarsi. Istruzioni per l'uso
Cecelia Ahern


Editore: Rizzoli - Genere: Contemporary Romance
Pagine: 258 - Prezzo: 16,00€ - eBook: 9,49€


Come godersi la vita in trenta semplici mosse, come trovare il proprio luogo felice, quarantadue piccoli trucchi per sconfiggere l'insonnia: Christine ha trentatré anni, una faticosa rottura sentimentale in corso, qualche difficoltà sul lavoro e un'abnorme fiducia nei consigli dei manuali di autoaiuto. Ma quando sull'Ha'penny Bridge di Dublino, una sera d'inverno, vede un uomo disperato sul punto di buttarsi nel fiume Liffey, le tocca mettere da parte le proprie insicurezze e affrontare quelle altrui. Perché quella notte, nei confronti dello sconosciuto che vuole farla finita, ha una reazione istintiva, e senza neanche sapere come si trova a stringere con lui un patto folle. Il bellissimo Adam accetta di vivere fino al trentacinquesimo compleanno, e Christine ha solo due settimane di tempo per dimostrargli che non è mai troppo tardi per potersi innamorare ancora. Della vita, e forse non solo. Tra ex fidanzate che rivogliono quello che hanno perso e segreti di famiglia rivelati dopo anni, lacrime di commozione e abbracci che comunicano quello che a parole non si riesce a dire, vivremo assieme a Christine le due settimane più inaspettate ed emozionanti della sua vita. E ogni volta che lei avrà addosso lo sguardo blu ghiaccio di Adam, sentiremo il nostro cuore battere forte assieme al suo.





Lo ammetto, quando ho iniziato a leggere questo libro ho pensato che forse la Ahern, inconsapevolmente, stesse per deludermi. L’impatto con le prime pagine non è stato per niente quello che ci si aspetterebbe, soprattutto dopo titoli come “P.S. I love you” o “Scrivimi ancora”, insomma un vero e proprio buco nell’acqua. Ma poi, all’improvviso, qualcosa è cambiato. Il suo stile fluido, leggero e romantico è tornato ed è stato in quel momento che il romanzo ha preso la piega che avrebbe dovuto avere sin dall’inizio. Tutto questo è avvenuto, ovviamente, nel momento in cui Christine ha incontrato Adam.

Come avrete potuto capire Christine Rose è la protagonista femminile della storia che viene raccontata. Si tratta di un vero e proprio ‘personaggio’ che viene caratterizzato già nei primi capitoli. È bene che sappiate che Christine vive delle situazioni paradossali, è una di quelle persone che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato (ovviamente dipende dai punti di vita; magari leggendo il tutto in chiave diversa, e cioè vedendola come una salvatrice, si troverà nel posto giusto al momento giusto!). Nelle prime pagine si assiste all’evento che cambierà completamente la sua esistenza e le sue scelte di vita e la porterà a discostarsi dal sentiero che fino a quel momento aveva deciso di percorrere. Si tratterà di un vero e proprio cambiamento, irreversibile, che si imprimerà al punto tale da farle prendere una direzione del tutto nuova.

Christine è una donna con una vera e propria fissazione: i manuali di autoaiuto. Ce ne sono di tutti i tipi sugli scaffali, nel suo studio, ed è in questi libri che cerca tutte le risposte alle sue domande. È proprio seguendo il consiglio di uno di questi testi, ovvero cercare il proprio luogo felice, che si ritroverà a vagare in un posto sperduto, tra le mura di una palazzina disabitata, dove incontrerà un uomo, Simon, con una pistola. L’uomo sarà il primo caso di suicidio in cui Christine si imbatterà e rappresenterà il filo conduttore di tutto il romanzo. Simon sarà sempre presente nella vita di lei e nei suoi pensieri, dall’inizio alla fine. Sarà proprio questa prima esperienza fallimentare a farle prendere una decisione drastica: divorziare da suo marito Barry. È chiaro che l’idea del divorzio era un pensiero già insito nella mente di Christine, tuttavia ne diventa consapevole dopo l’incontro con Simon; si dice infatti “…quando vedi o ti capita di vivere qualcosa di davvero reale, ti viene voglia di smettere di fingere. […] Ti spinge ad allontanarti da tutto ciò che è falso, che sia innocuo o no: per esempio, il mio matrimonio. […] ‘L’esperienza Simon Conway’ mi aveva aiutato ad aprire gli occhi.”

In seguito a tutto ciò Christine si troverà a vivere con due pesi sulle spalle: il senso di colpa nei confronti di suo marito per il dolore procuratogli a causa della separazione, e il fatto di non essere riuscita ad aiutare Simon.

Ed è a questo punto che appare Adam Basil. Francamente viene da pensare che Christine sia una calamita per casi disperati. Come è possibile che in così poco tempo si imbatta in un nuovo caso di suicidio? Ebbene è quello che accade, tuttavia per la protagonista questo secondo episodio rappresenta un riscatto, una seconda occasione per compensare al precedente fallimento. Adam è un pilota di elicotteri per la guardia costiera; in visita a Dublino, con l'intenzione di chiedere alla fidanzata Maria di sposarlo, scopre che la stessa lo tradisce col suo migliore amico. Ed è proprio in seguito a questo evento che deciderà di togliersi la vita. 
Adam viene descritto come una persona negativa, con il cuore spezzato, una persona che non crede all’esistenza delle cose belle della vita, una persona che ha deciso di farla finita per non sopportare il peso delle sue paure e delle sue insicurezze. Il compito di Christine sarà proprio questo, dargli una nuova speranza, aiutarlo a riconquistare la donna che ama, fargli capire che la vita va vissuta e non sprecata alla prima disillusione. Tutto inizierà con una stretta di mano, a suggellare un patto tra due persone che hanno bisogno di risollevare il proprio morale, una sorta di compensazione, un terribile scherzo del destino. Tuttavia c’è un limite di tempo, Christine ha solo due settimane per far ricredere Adam e, se da una parte lui ripone in lei tutte le sue speranze, la povera Christine non ha la più pallida idea di che cosa fare. L’unica soluzione è affidarsi ad uno dei suoi manuali di autoaiuto.

Da questo punto in poi ne vedremo davvero delle belle: tra degustazioni di cibo, passeggiate esplorative e lanci di uova liberatori, i due inizieranno a conoscersi, a scavare ognuno nel passato dell’altro, a parlare tra di loro senza barriere e soprattutto senza segreti. E se Christine, oltre ad aiutare Adam, iniziasse a provare qualcosa per lui? Riusciranno ad affrontare il cambiamento a cui entrambi andranno incontro? 

Veniamo ora ad una piccola nota dolente che non mi ha fatto apprezzare il romanzo come avrei voluto. A differenza di altri romanzi della Ahern la tematica amorosa non è trattata come tema centrale e, pur essendo presente, ha un ruolo marginale. Ovviamente su questo aspetto non ho nulla da dire. Quello che invece è il tema centrale è proprio il suicidio anche se, a mio parere, non viene trattato nella maniera corretta. Credo che l’autrice abbia avuto un’intuizione e che non sia riuscita a gestirla. È davvero irreale e improbabile che una giovane donna come Christine, che pure ha l’ombra del suicidio che la perseguita sin dall’infanzia, possa incontrare ben tre casi a distanza di brevissimo tempo e che, soprattutto, si trasformi in una supereroina pur di salvarli. Ora, non fraintendetemi, credo che la storia raccontata valga davvero la pena di essere letta, anche perché trasmette un messaggio molto importante e bellissimo, e cioè che non bisogna mai arrendersi al cambiamento perché "...i momenti passano di continuo, come i pensieri: positivi e negativi..." tuttavia, ritengo che la dinamica narrata sia un tantino irreale. 
Mi è piaciuta, invece, l’idea di dare ai vari capitoli titoli che evocassero i manuali di autoaiuto, una componente essenziale per la vita della protagonista, e che in un certo senso anticipavano al lettore l’evento che sarebbe stato raccontato nelle pagine successive. Così come la scelta del titolo stesso del libro, “Innamorarsi. Istruzioni per l’uso”, che fa credere al lettore di avere tra le mani proprio uno di questi manuali. 

In definitiva si tratta di una lettura piacevole, un po’ irreale, ma scorrevole ed ironica a tratti. La consiglio a chi abbia voglia di rilassarsi, magari in spiaggia (visto che dalle mie parti c’è ancora un clima estivo!), ed abbia voglia di lasciarsi sfuggire un sorriso, figurandosi i due protagonisti e le loro avventure o, per dirla tutta, disavventure.


"Dove saremmo senza i domani? Ci resterebbero solo gli oggi. E se dovesse succedere questo con te, vorrei che il giorno più lungo fosse oggi. Riempirei il giorno di te facendo tutto ciò che amo. Potremmo ridere, parlare, ascoltare e imparare, e amare, amare, amare. Farei in modo che tutti i giorni fossero oggi e li passerei con te, e non mi preoccuperei mai del domani, di quando non sarò con te. E quando arriverà per noi il temuto domani, sappi per favore che non volevo lasciarti, o essere lasciata indietro, e che ogni singolo istante passato con te è stato il più bello della mia vita."






2 commenti

  1. Il fatto che sono un uomo e che leggo volentieri i fantasy mi fa trovare la recensione di questo libro piacevolmente interessante. Dal mio punto di vista un racconto che non è incentrato su una storia d'amore sicuramente snocciola punti a suo favore. L'improbabile (cioè il trovarsi faccia a faccia con diversi aspiranti suicidi) mi affascina, dopotutto la realtà a volte supera la fantasia, si pensi a Tsutomu Yamaguchi. L'importante quando leggo un libro è che non mi annoi e ammetto che l'inizio è importante. E' lì che c'è l'imprinting. :)

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    1. Ciao Marcello, ho visto solo adesso il tuo commento e ti chiedo perdono!
      Sono contenta di averti incuriosito con questa recensione e chissà, se un giorno ti capiterà di leggerlo (pur essendo molto lontano dal genere fantasy), mi farai sapere se un po' ti sei rispecchiato nelle mie parole. Tornando all'impatto con le prime pagine del libro, purtroppo è vero, è una cosa che tengo molto in considerazione. Se mi piace alle prime battute allora c'è buona probabilità che mi riservi delle sorprese in positivo ;)

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