mercoledì 30 marzo 2016

Recensione 'Correva l'anno del nostro amore' di Caterina Bonvicini


Buongiorno lettori, come state? Avete spento i vostri barbecue? Avete ingurgitato quintali di cioccolata? Vi siete rilassati? Ma, soprattutto, siete saliti sulla bilancia per ammirare a quanto ammonta il danno? Io vi consiglio di aspettare ancora qualche giorno, prima di tirare le somme, e nel frattempo vi inviterei a mettervi comodi in poltrona così da leggere quanto ho da dirvi sul romanzo di cui oggi vado a parlarvi.
Partiamo dal principio. Come alcuni di voi ricorderanno, l'unico proposito di lettura per il mese di marzo era quello di leggere almeno una tra tre autrici italiane da me scelte. Nella fattispecie la selezione era tra Rattaro, D'Urbano e Bonvicini. Il titolo del post vi preannuncia già che la scelta è ricaduta su quest'ultima e, soprattutto, su un romanzo che avevo adocchiato già da tempo, perché a me piace partire dai titoli più vecchi di un autore, piuttosto che dai nuovi. Quindi, bando alle ciance "Correva l'anno del nostro amore" vi aspetta!





Correva l'anno del nostro amore
Caterina Bonvicini


Editore: Garzanti - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 256 - Prezzo: 9,90 € € - eBook: 6,99€


Nel giardino di una villa, Olivia e Valerio giocano felici. Sono cresciuti insieme e da sempre sono amici inseparabili. Eppure provengono da mondi molto diversi: Olivia è l'erede di una ricca famiglia di costruttori, mentre Valerio è il figlio del giardiniere e della cameriera. Differenze profonde nell'Italia violenta e instabile degli anni Settanta. Differenze che per due bambini come loro non significano nulla. È in una sera speciale che, a cinque anni, Olivia e Valerio si danno il primo bacio. Ma dopo poco sono costretti a darsi anche il primo addio: Valerio si deve trasferire in un'altra città, passando di schianto dalla collina bolognese alla borgata romana. Da quel momento in poi la vita prova a separarli. Senza riuscirci: quello che li lega è troppo forte. Ma è un amore difficile da difendere, soprattutto se si prendono strade che portano ad allontanarsi: Olivia tende a perdersi in vite che non possono essere la sua e Valerio rinuncia ai suoi ideali per dedicarsi a una carriera che non gli appartiene, trascinato da un'Italia ormai pienamente berlusconiana. Eppure continuano a inseguirsi, a incrociarsi, a pensare l'uno all'altro. Perché due persone legate nel profondo, non possono perdersi mai.





Partiamo dal presupposto che, in generale, ho un debole per le storie d'amore. Se poi si tratta anche di un amore a distanza, ne sono completamente conquistata. Tuttavia è bene porre la giusta attenzione sulla parola distanza, o meglio bisogna considerarla nella sua più ampia accezione: non solo geografica, ma, e soprattutto, temporale. Ed il romanzo in questione ne è la prova, il romanzo in questione ci racconta proprio di una storia d'amore che perdura nel tempo, che sfida la distanza fisica e mentale, i chilometri che separano i corpi, la vita stessa, quella vita che porterà i protagonisti a prendere strade diverse, ad aggiungere sfumature inaspettate al loro carattere, a cambiare. Una storia, quella raccontata, in cui le anime, più dei cuori, sono legate da un filo sottile che stabilisce una connessione imprescindibile.


"Quando l'ostacolo è così alto, il corpo reagisce con una sapienza tutta sua, che va oltre qualsiasi sforzo e qualsiasi slancio. Il corpo se ne frega della storia, di quella grande e di quella piccola, il corpo non ha paura di nessuna babele: parla per conto suo."


Olivia e Valerio sono i protagonisti di questa grande storia d'amore; erede di una ricca famiglia di costruttori lei, figlio del giardiniere e della cameriera lui, i due ragazzini crescono insieme, senza avvertire, almeno in un primo momento, quella diversa appartenenza sociale che, nell'Italia degli anni '80 è caratterizzante. Frequentano lo stesso asilo privato, giocano nella grande villa, ascoltano le storie di Manon, l'acculturata nonna di Olivia, e trascorrono le vacanze a Forte dei Marmi. In questo scenario idilliaco, all'età di cinque anni, i due giovani protagonisti si scambieranno il primo bacio. Ma si sa, la quiete non è destinata a durare e ben presto Valerio si ritroverà a dover fare le valigie e a seguire sua madre e il suo amante a Roma, passando dalla vita agiata a quella di borgata, dove è necessario farsi un nome o avere le conoscenze giuste per essere rispettati. 
Questo primo episodio di distacco rappresenterà anche una sorta di rottura tra Olivia e Valerio, di cambiamento, tanto che i due inizieranno a vedersi con meno frequenza per poi perdersi del tutto di vista. Ma il destino, quando vuole, ci mette il suo zampino e, in maniera del tutto voluta la prima volta, ma sempre più casuale con lo scorrere del tempo, li porterà a rincontrarsi più e più volte, a percorrere insieme parte del loro cammino, a porli di fronte all'inevitabile incapacità di comunicare, di capirsi.
E allora saremo messi anche di fronte all'evoluzione di questi giovani protagonisti che va ben oltre l'età anagrafica. Ci imbatteremo in una Olivia, odiosa a tratti, che, nel periodo adolescenziale, vuole fuggire da una vita che non è la sua, da una vita che le sta stretta; una Olivia che, in età adulta, si accompagna ad una serie di uomini sbagliati, una donna che riesce a tirare fuori la parte più oscura delle persone e ad amare le loro ombre senza badare alle conseguenze. Dall'altra un Valerio, il cui unico obiettivo è riscattarsi dal passato; un uomo che trascorre la propria vita ad attraversare mondi diversi ed inconciliabili tra di loro, a far sì che proprio questo senso di estraneità lo faccia sentire sempre un uomo libero, capace di rinunciare a tutto dall'oggi al domani ma non ad Olivia che rappresenta il suo Everest, la sua montagna da scalare, la sua sfida personale.
E allora, nonostante questo costante incontrarsi e scontrarsi, nonostante questo legame sotteso, che li unisce da sempre senza mai spezzarsi, Olivia e Valerio saranno capaci di porre la giusta quantità di fiducia nel loro amore? Riusciranno a riscattarsi dall'ombra di quel destino che li vuole così diversi e così distanti? Saranno in grado di fermarsi e abbandonarsi completamente l'uno all'altro? Saranno abbastanza maturi da scommettere su se stessi? A questo punto non vi resta che scoprirlo.


"Sai, è così importante capire la felicità. Sembra facile, ma non lo è. Perché è semplice. E le cose semplici sono le più difficili da afferrare. Io ci sono arrivata solo adesso, ci ho messo quasi quarant'anni."


"Correva l'anno del nostro amore" è un romanzo interamente incentrato sul 'poteva essere ma non è accaduto' e questo è uno dei punti da focalizzare, da tenere in considerazione nel momento in cui se ne parla.
Un romanzo che si fa strada nel cuore del lettore, permeato da un leggero velo di tristezza, di malinconia, dall'inizio alla fine. Uno stile unico, puntuale, maturo che permette di immergersi in una storia raccontata, dove finzione e realtà si intrecceranno in maniera impeccabile.
Con garbo, pagina dopo pagina, inizieremo a percorrere il sentiero di parole tracciato dalla Bonvicini e dalla sua elegante e colta penna, accompagnati da una serie di avvenimenti che riguardano la nostra nazione, un'inquadratura attenta che permette di fare luce su uno spaccato dell'Italia e sopratutto sulla mentalità di un intero paese, avvenimenti che fanno da sfondo alle vicende narrate da una parte, ma che si affermano nella loro potenza ed importanza dall'altra, senza entrare in conflitto con la narrazione, ma andando a completare il tutto e a renderlo più chiaro. 
Olivia e Valerio sono due personaggi in carne ed ossa, due figure in cui ognuno di noi potrebbe rispecchiarsi. Ed accanto a loro si muovono tante altre anime che toccano la loro vita ma anche la nostra. 
Tema centrale del romanzo è una storia d'amore travolgente accanto alla quale, però, si intravede un'analisi del sentimento amoroso da più angolazioni e che vede diverse coppie coinvolte, oltre ai due protagonisti: l'amore quasi reverenziale tra i genitori di Olivia, dove la madre di lei non ha alcuna voce in capitolo sulle decisioni familiari; il disinnamoramento dei genitori di Valerio con la fuga della genitrice che sogna una vita migliore, da 'signora'; infine il folle amore, fatto soprattutto di sopportazione e tradimenti, tra i nonni di Olivia, Manon e Gianni.
L'unico aspetto che non ho molto apprezzato è stata la scelta di utilizzare come narratore solo ed esclusivamente la voce maschile, nella fattispecie quella di Valerio. Mi sarebbe piaciuto che anche Olivia fosse coinvolta, che avesse avuto modo di farsi conoscere di più di quanto possa avvenire attraverso gli occhi di un altro narratore, di raccontare dal suo punto di vista alcuni avvenimenti.
In definitiva un romanzo che consiglio vivamente, perché si tratta di una di quelle letture che non possono rimanere sullo scaffale a prendere polvere, in attesa e, in secondo luogo, rappresenta una buona occasione per conoscere una scrittrice di cui tanto si parla e che molti lettori amano. Una scoperta piacevole e molto interessante.




mercoledì 23 marzo 2016

'A time for love. Un tempo per amare' di Chiara Mineo



Rubrica settimanale dedicata alla segnalazione degli autori emergenti e dei loro romanzi



Buongiorno lettori, pronti per una nuova segnalazione? Non so voi, ma ogni volta che ricade questo appuntamento mi rendo conto di come ci troviamo già a metà settimana. A proposito, ne approfitto per comunicarvi che il blog, per qualche giorno sarà in pausa e ci rileggeremo dopo le festività pasquali.
Detto questo, ora, però, vorrei parlarvi di un romanzo che ci farà fare un bel salto nel tempo, alla prima metà del novecento per essere precisi! Allora mettetevi comodi e venite a scoprire di cosa si tratta :)





Titolo: A time for love. Un tempo per amare
Autore: Chiara Mineo
Editore: Self Publishing
Pagine: 389
Prezzo: 13,52 €
Prezzo eBook: 0,99 €




Trama: 24 Giugno 1929. Elena, una bambina dolce e spensierata, è finalmente giunta al suo decimo compleanno e non vede l’ora di festeggiarlo, ma quel giorno la sua vita è destinata a cambiare per sempre. Nei pressi del Colosseo, dove tutto sembra immortale, Elena viene rapita da due misteriosi uomini, dallo strano accento. Quella mattina Elena compiva dieci anni, ma quella stessa mattina perdeva tutto: l’amico Marco, la famiglia… la sua vita. Elena, improvvisamente, non è più una bambina, ma una detenuta del campo tedesco. Impara a lottare, ad obbedire, a sopravvivere. Dove Elena ha perso la sua identità passando a Helen Krämer, dove tutti perdono la loro umanità, lei non può far altro che sperare. Dove regna la miseria e la violenza Helen trova l’unico filo di ragnatela in grado di garantirle la libertà. Può decidere di rimanere nel campo e di morire o di diventare assistente medico per l’esercito tedesco. È il 2 Novembre 1939, la festa dei morti, quando Helen si ritrova in mezzo la guerra. Nella città di Danzica, dove tutto ha inizio e fine, Helen incontra Ethan, giovane capitano dell’esercito tedesco. Helen non sa dove ha già visto occhi tanto verdi, del colore della giada, poiché il campo le ha strappato persino i ricordi. Ogni volta che Ethan le mostra un briciolo di umanità e di sentimento, lei è costretta a fare un passo indietro. Un fardello troppo grande pesa sul suo cuore, un segreto da nascondere al bellissimo capitano: un codice di detenzione tatuato sopra il seno sinistro. Mentre una feroce guerra investe tutto il mondo, la dolce Helen e il coraggioso Ethan non possono far altro che sperare, imparare a riconoscersi… imparare ad amarsi. 
Sperare, lottare e vivere sono le tre regole fondamentali di chi vive la guerra. Sperare in un futuro migliore. Lottare per sopravvivere. Vivere per avere la pace.



Una trama molto ricca, una trama con molti spunti di riflessione. Ma, se ancora non siete convinti, eccovi un estratto del romanzo. La rubrica Meet&Greet tornerà a farvi compagnia il prossimo mercoledì!



«Non esiste un tempo per amare, Ethan. Non esiste un tempo per noi. È questo ciò che abbiamo… la guerra!».
«Sei tu che non vuoi innamorarti. Sei tu che hai paura, la guerra è solo una scusa. Tu hai paura che io muoia e che alla fine dovrai fare i conti con altro dolore. Tu hai paura che questo amore possa cancellare chi sei stata e renderti debole. Tu hai paura di amare un soldato».
Helen scosse la testa, si rifiutava di ascoltare le sue parole, così intrise di veleno. La sua voce così calda e sensuale, il suo respiro affannato, mentre si liberava delle catene, della verità che nascondeva e teneva rinchiusa nel cuore.
«Ti sbagli… io non uscirò viva da questa guerra, sei tu che resterai con le mani vuote».
«Allora correrò il rischio».
«Non te lo permetterò».
«Pensi di poterci riuscire?».
Un tuono illuminò il cielo, un bagliore bianco che squarciava in due le nuvole e un boato che sembrò distruggere la città, simile a una bomba. Helen gridò terrorizzata, portò le mani alle orecchie e chiuse gli occhi, mentre Ethan la spingeva indietro. Si ritrovò con le spalle contro il muro, rinchiusa tra le sue braccia, le mani posate ai lati della sua testa e il corpo aitante che spingeva contro il suo.
Agli occhi di un estraneo sarebbero sembrati una coppia, un uomo che con le sue spalle proteggeva l’amata, ma quella era una gabbia per intrappolare Helen, per arrivare alla resa dei conti, alla fine di quella guerra interiore.
I loro volti erano vicini, tanto che i respiri si intrecciavano tra loro, gli occhi che si legavano in quella catena di sguardi, tra amore e supplica, dolore e dispiacere. Helen poté sentire le labbra di Ethan muoversi sopra le sue mentre parlava, sussurrava parole che sbriciolavano il cuore, mentre le portavano via l’ultimo frantume di resistenza.
«E’ possibile che uno di noi due muoia, che la guerra ci strappi dalle braccia dell’altro, ma che senso avrebbe reprimere questo sentimento per poi vivere di rimpianti? È così che allora voglio morire, dopo aver amato, dopo aver dato via tutto ciò che il mio cuore aveva da dare. Voglio poterti stare accanto fino la fine, Helen. Anche se questo sarà l’unico tempo per poterci amare. A me va bene così».






lunedì 21 marzo 2016

Recensione 'L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome' di Alice Basso


Felice lunedì miei cari lettori, una nuova settimana ha inizio ed io sono un tantino emozionata perché tra qualche giorno compirò gli anni e, sin da quando ero bambina, è un evento al quale sono particolarmente affezionata, nonostante sia sinonimo dell'avanzare dell'età ma, almeno per ora, poco importa!
Tuttavia oggi sono qui per parlarvi della mia ultima lettura, un romanzo sorprendente che ho divorato nel giro di tre giorni. Volendo ricorrere all'ausilio di tre aggettivi lo definirei fresco, ironico e brillante e per essere un esordio letterario non posso che complimentarmi con Alice Basso per "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome". Ora mettetevi comodi perché Vani saprà conquistarvi e lei sa bene come farlo!






L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome
Alice Basso

Editore: Garzanti - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 262 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 9,99€


Dietro un ciuffo di capelli neri e vestiti altrettanto scuri, Vani nasconde un viso da ragazzina e una innata antipatia verso il resto del mondo. Eppure proprio la vita degli altri è il suo pane quotidiano. Perché Vani ha un dono speciale: coglie l’essenza di una persona da piccoli indizi che sembrano insignificanti e riesce a mettersi nei suoi panni, e pensare e reagire come avrebbe fatto lei. Un’empatia profonda, un intuito raffinato, uno spirito di osservazione fuori dal comune sono le sue caratteristiche. E di queste caratteristiche ha fatto il suo mestiere: Vani è una ghostwriter per un’importante casa editrice. Scrive libri per altri. L’autore le consegna la sua idea, il materiale su cui documentarsi, e lei riempie le pagine delle stesse parole che lui avrebbe utilizzato. Un lavoro svolto nell’ombra. E a Vani sta bene così. Anzi, preferisce non incontrare di persona gli scrittori per cui lavora. Fino al giorno in cui il suo editore non la obbliga a fare due chiacchiere con Riccardo, autore di successo in preda a una crisi di ispirazione. I due si capiscono al volo e tra loro nasce una sintonia inaspettata fatta di citazioni tratte da Hemingway, Fitzgerald, Steinbeck. Una sintonia che Vani non credeva possibile. Da tempo ha smesso di credere che potesse capitare anche a lei. Per questo sa di doversi proteggere, perché, dopo aver creato insieme un libro che diventa un fenomeno editoriale senza paragoni, Riccardo sembra essersi dimenticato di lei. E quando il destino mette in atto il suo piano imprevisto e fa incrociare di nuovo le loro strade, Vani scopre che le relazioni, come i libri, spesso nascondono retroscena insospettabili. Proprio ora che ha bisogno di tutta la sua concentrazione, di tutto il suo intuito. Un’autrice per cui sta lavorando è stata rapita e la polizia vuole la sua collaborazione. Perché c’è un commissario che ha riconosciuto il suo talento unico e sa che solo lei può entrare nella mente del sequestratore.






Permettetemi di raccontarvi un piccolo aneddoto che, a quanto pare, mi accomuna a diverse blogger di mia conoscenza. In pratica io il libro della Basso l'ho un po' snobbato, come ogni lettore che si rispetti farebbe dinanzi a copertine che riportano in bella mostra libri o comunque riferimenti al mondo letterario. Mi è capitato di passare più e più volte dinanzi allo scaffale in cui dimorava, in bella vista tra l'altro, la copia del romanzo che osservavo non solo con la coda dell'occhio ma anche con un po' di puzza sotto il naso. Mi ripetevo che non sarebbe stato il caso di imbarcarmi in un'avventura che si sarebbe rivelata un totale fallimento, e questo io lo avevo stabilito a priori!
Ovviamente mi sbagliavo di grosso a farmi influenzare da quello che può essere considerato, senza ombra di dubbio, un pregiudizio privo di fondamento ed eccomi qui a chiedere scusa non solo alla scrittrice ma, e soprattutto, a Vani, per non aver creduto in lei a priori e ringraziarla per essersi vendicata così abilmente.

A questo punto posso addentrarmi in quella che è la mia opinione post lettura vera e propria. Si dice che un abile fotografo sia colui che riesce a catturare in uno scatto tutte le emozioni e i sentimenti provati in un determinato momento, o ancora che sia colui in grado di cogliere l'essenza delle persone in un gesto, uno sguardo o un semplice sorriso che le rappresenti. Ecco Silvana Sarca, Vani per gli amici, ovvero la protagonista del romanzo di cui vi parlo, ha questo super potere: riuscire ad inquadrare una persona al primo sguardo, a colpo d'occhio per essere precisi! Una giovane donna in grado di leggere dentro, di superare la scorza esteriore dell'essere umano e raggiungere il suo cuore, la sua anima, mettendo a nudo ogni più piccola sfaccettatura. Ma Vani, oltre a questo super potere, ne possiede un altro quasi di pari importanza. Proprio il connubio tra queste due caratteristiche rende Vani quella che è, ovvero Vani. Questo secondo super potere riguarda l'elevata padronanza di linguaggio, lessico e sintassi che fa di lei la migliore ghostwriter in circolazione. Esatto, ho detto proprio ghostwriter e levatevi quella faccetta stralunata, della serie 'Ma cosa vai farneticando?', perché ogni lettore che si rispetti sa di cosa sto parlando. Da traduzione il termine significherebbe "scrittore fantasma" ed effettivamente è proprio l'incarnazione del ruolo della nostra protagonista: Vani è colei che scrive per gli altri, intendendo sia coloro che di professione non fanno gli scrittori ma hanno tutta l'intenzione di pubblicare un libro, sia coloro che, nonostante siano definiti tali, hanno quel che viene comunemente definito il blocco dello scrittore, rappresentato dalla classica pagina bianca sulla quale il colore nero ha davvero difficoltà ad imprimersi, o ancora coloro che sono troppo impegnati per prendere posto davanti ad uno schermo ed iniziare a digitare parole.
Ebbene, Vani è proprio la scrittrice che lavora dietro le quinte, la donna che soccorre tali personaggi lasciando che siano loro ad apporre il nome in calce a quella che, per la maggior parte, è farina del suo sacco. Tuttavia, durante la narrazione, vi renderete conto di come le qualità di Vani siano tali da far sì che anche la carriera da profiler, al fianco della polizia, sia una ipotesi da contemplare e prendere seriamente in considerazione.
Ma Vani chi è? Vani è uno dei personaggi più riusciti, tra tutti quelli che troverete nel romanzo; una donna di carattere, cazzuta per intenderci (e lo dico anche se non si potrebbe, ma è l'unico termine che renda l'idea!), una donna dalla quale dipende il futuro di molti, casa editrice e scrittori, indipendentemente da quello che si dica e si pensi. Ma Vani è anche molto altro, dietro quel ciuffo ribelle, dietro il suo look molto dark dove il nero è il colore predominante, nasconde un animo sensibile e sincero, un animo provato dai cattivi rapporti con la famiglia e sopratutto con la sorella Lara, la figlia perfetta, l'opposto di lei. Una giovane donna che non ama il contatto con la gente, che non si fida degli altri e che non permette a nessuno di entrare nella sua vita e che forse si fiderà proprio delle persone sbagliate. Vani è un personaggio dalle mille risorse, che risplende di una luce propria ed ammaliante da qualsiasi angolazione la si osservi.


"Peggiorerà e finirai per non fidarti proprio per niente e proprio di nessuno, se qualcuno non si prenderà la briga di dimostrarti, possibilmente al più presto, tipo adesso, adesso che ancora puoi impararlo, adesso che sei ancora abbastanza giovane e malleabile da imprimertelo nelle ossa, che a volte ci si può anche fidare. Che fidarsi va bene. Che non deve necessariamente andare poi tutto a puttane."


"L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" si presenta come una lettura piacevole e scorrevole, una lettura che vi porterà ad essere sempre più curiosi man mano che procederete, pagina dopo pagina. Una lettura che, come ha dichiarato la stessa autrice nella bellissima intervista a chiusura del romanzo, può essere pensata come una grande scatola nella quale i lettori potranno trovare tutte le cose che li affascinano di più e, sopratutto, una commistione di generi letterari, inaspettati per la verità, ma che fanno tutti capo al filone del giallo. Un romanzo fresco, brillante con una sfumatura di velata ironia, ricco di spunti di riflessione. Una caratterizzazione dei personaggi molto più che riuscita tant'è che mi sono ritrovata molto spesso a parlare con loro e ad imprecare anche contro di loro come se fossi al loro fianco, come se mi bastasse allungare una mano per battere sulla loro spalla e dire 'Ma cosa combini?'. 
Una delle figure che, al pari di Vani, ho amato è quella del commissario Berganza che incarna alla perfezione il ruolo del detective: ruvido di natura, burbero e schietto nei modi ma anche colto e raffinato. Stretto nel classico impermeabile, che gli regala quel tocco in più, quello charme che lo fa assomigliare ulteriormente al commissario tipo, quello di cui si legge nei libri noir, facendo sì che il lettore resti affascinato dalla sua persona.
Alice Basso è davvero molto brava. Con la sua scrittura veloce, tagliente ed incalzante, ci guiderà nella vita della protagonista e di tutte le comparse presenti, ci spingerà ad osservare il mondo di cui si parla attraverso gli occhi della stessa Vani, andando oltre le apparenze e mettendo in luce gli aspetti più segreti degli esseri umani. 
In definitiva una lettura più che consigliata e della quale non vedo l'ora di leggere il seguito, cosa che avverrà molto presto a quanto pare!






venerdì 18 marzo 2016

Recensione 'La ragazza di fronte' di Margherita Oggero


Buongiorno lettori, quello del venerdì sembrerebbe essere diventato un appuntamento fisso nel quale mi piace salutarvi prima del weekend. Anche oggi vi lascerò la mia opinione post lettura di un romanzo nei confronti del quale nutrivo profonde aspettative. Sto parlando de "La ragazza di fronte" di Margherita Oggero e so che molti di voi erano curiosi di sapere cosa ne pensassi, bene, ci siamo, è giunto il momento. Buona lettura!





La ragazza di fronte
Margherita Oggero


Editore: Mondadori - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 223 - Prezzo: 18,50 € - eBook: 9,99€


Quando era bambino, arrivato a Torino dal Sud, lui era rimasto incantato dalla bambina che leggeva seduta sul terrazzino di fronte. Quando era bambina, tormentata dai fratelli gemelli scatenati, lei si rifugiava sul balcone per sognare le vite degli altri. La vita ha rimescolato le carte, e lei è sola, con un solo motto - “bastare a me stessa” - e un solo piacere segreto: spiare da dietro le tende, al buio, la finestra di fronte. Fino a quando succede una cosa imprevista, anzi due: che fanno battere forte il cuore... Un romanzo delizioso, a più voci, che dà uno splendido spaccato della storia sociale di Torino negli ultimi cinquant’anni e soprattutto racconta una storia d’amore sorprendente e bellissima. Il protagonista fa il guidatore di Frecciarossa, un altro personaggio è l’ultimo solitario guardiano di una diga nascosta tra le montagne, un altro ancora è un affascinante professore di fisica negli Stati Uniti... Ciascun personaggio è caratterizzato in modo affascinante e contribuisce a fare di questo romanzo un coloratissimo mosaico contemporaneo.






Lo confesso, trovo molto difficile parlarvi delle letture che non hanno lasciato nessuno strascico una volta riposto il libro sullo scaffale, che non mi hanno coinvolta al punto tale da far sì che le parole e i pensieri prendano forma da soli e che, alla stessa maniera, si imprimano sullo schermo che ho davanti. Come vi ho annunciato nelle righe iniziali, nutrivo profonde aspettative in questo romanzo, pensavo che mi avrebbe lasciato qualcosa dentro, qualcosa a cui aggrapparmi e su cui tornare a riflettere nei giorni successivi, un po' come mi accade spesso, ma così non è stato. 
E non mi nasconderò dietro la frase che noi lettori siamo soliti propinare, ovvero che forse non era il suo momento, perché credo che ogni momento sia buono per leggere un libro, per percepirne il richiamo, indipendentemente dal nostro stato d'animo del quale, io, me ne frego altamente! Se scelgo di leggere un libro che parla d'amore quando il mio cuore è infranto proseguo imperterrita, perdendomi in una valle di lacrime e consumando un numero più elevato di fazzolettini, questo è ovvio, ma ne porto a termine la lettura perché io ho scelto quel libro. Insomma tutto questo per dire che non userò la scusa del 'non era il momento giusto!' per giustificare il fatto che a me questo romanzo non sia piaciuto poi tanto. Tuttavia c'è una cosa che mi fa arrabbiare ancora di più e cioè che, nonostante tutto, questo libro si è lasciato sottolineare, sulle sue pagine ci sono dei fantastici e colorati bookmark ma...
Esatto, sugli appunti che sono solita prendere durante la lettura troneggia un grande e imperioso MA? con tanto di punto interrogativo. Ora mi sa che è necessario spiegarvi un po' di cose ed è bene partire dalla storia narrata. 

Come avrete letto nella sinossi, o come non avrete letto perché non tutti ci si soffermano, le vicende prendono piede a Torino e vedono coinvolti due giovani protagonisti: Marta e Michele. Attraverso un'alternanza di capitoli, in cui tessere del presente si mescoleranno a tessere del passato, riusciremo a farci un'idea del loro stile di vita e soprattutto dei loro caratteri. Marta è una donna adulta, indipendente e sola, la classica figlia di papà. Una persona rigida e precisa, una persona a cui piace barricarsi dietro al vittimismo, che non ha superato l'abbandono materno da una parte, continuando a giudicare questa figura evanescente della sua vita, e la fine di un grande amore dall'altra. Una donna con un disagio di vivere, che non riesce a tagliare del tutto i ponti col proprio passato tanto da non riuscire a fidarsi di nessuno abbracciando in tutto e per tutto il suo motto: bastare a se stessa. Tuttavia Marta ha un suo piacere segreto, spiare da dietro le tendine della propria casa la finestra di fronte, dalla quale la separa solo un cortile. 
Parallelamente al personaggio femminile di cui vi ho parlato fino ad ora troviamo Michele. Figlio di immigrati, ha da sempre avuto un rapporto sporadico con i suoi genitori, è anche colui che associa alla parola famiglia solo la figura di Peppino, suo nonno materno. Un uomo che si è fatto da solo, un uomo al quale il lavoro in azienda stava stretto, che non voleva sottomettersi al sistema, al dover fare carriera per raggiungere una certa posizione solo alla soglia dei quarant'anni, un uomo che preferisce vivere di azzardi. Ma, accanto a tutto questo, Michele è anche uno che non è capace di costruire e mantenere una relazione, che preferisce trascorrere una serata con gli amici piuttosto che con la ragazza del momento.
Marta e Michele ci vengono presentati da adulti, ma attraverso quei tasselli di cui vi parlavo, scopriremo di come, in realtà, le loro vite si erano già intrecciate in tenera età, quando bambini si erano sbirciati dai rispettivi balconi per poi perdersi di vista. Ma si sa il destino è solito metterci lo zampino per cui i due torneranno ad essere dirimpettai e a questo punto è bene che io mi fermi.


"Ma lei, lei si ricorderà di me? Probabilmente no, anche se allora alzava spesso gli occhi a guardarmi, io me li sentivo addosso i suoi occhi e mi sforzavo di non alzare i miei dal libro, essere guardato mi metteva il miele nel cuore ma non riuscivo a trattenermi per più di un paio di secondi e la guardavo a mia volta, un dialogo di occhi muto e breve che mi faceva sentire importante, mi dava coraggio, mi aiutava a sopportare quei giorni che in casa erano sempre grigi come l'inverno."


Lo ammetto, messa così la questione sembra davvero interessante, ci sarebbero tutti i presupposti per una grande storia, ma la verità è un'altra. Devo ammettere che anche lo stile dell'autrice non aiuta; si tratta di un modo di raccontare molto particolare, a tratti schietto, a tratti prolisso e, in altri punti, addirittura privo di segni di interpunzione. Anche la scelta della terza persona contribuisce a tracciare una sorta di demarcazione, a rendere il tutto ancora più freddo e distaccato, a far sì che si resti al di fuori della storia, che non si vivano i sentimenti raccontati, che non si parteggi né per l'uno né per l'altro. 
Non ho poi apprezzato la scelta di dedicare la maggior parte del romanzo allo scorrere della vita dei due protagonisti, come se i due procedessero su binari paralleli ma senza toccarsi mai. Solo nella seconda parte del romanzo ci sarà, e aggiungerei un 'finalmente!', quel contatto tanto cercato ma che sembrerà quasi come una toccata e fuga. Tutto questo mi ha portato a pensare ma dov'è la sorprendente e bellissima storia d'amore di cui tanto si parla nella sinossi? Vi giuro, mi aspettavo che le sarebbe stato dedicato il giusto spazio, la giusta importanza ed invece viene relegata alle sole battute finali senza essere accompagnata da quegli aggettivi che pure la definiscono, o dovrebbero farlo, e che sono sorprendente e bellissima. 
Insomma una lettura piatta, lenta e che ho avuto difficoltà a portare a termine, devo ammetterlo. Mi è molto dispiaciuto perché della Oggero ho sempre sentito parlare e mi incuriosiva approcciarmi al suo mondo e al suo modo di scrivere. Tuttavia credo che potrò concederle una seconda possibilità, sperando che mi faccia ricredere, visto che uno dei libri sparpagliati, scelto dalle LGS per la lettura in lungo e in largo in tutta Italia, appartiene proprio a lei. 




mercoledì 16 marzo 2016

'Un altro domani' di Giada Bafanelli



Rubrica settimanale dedicata alla segnalazione degli autori emergenti e dei loro romanzi



Buongiorno lettori e buon mercoledì! Come di consueto un nuovo appuntamento con la rubrica Meet&Greet vi attende. Oggi sono qui per segnalarvi un contemporary romance molto particolare corredando il tutto con una serie di informazioni utili affinchè possiate farvene un'idea.
Ma ora lascio che sia "Un altro domani" di Giada Bafanelli a presentarsi a voi. Buon lettura!





Titolo: Un altro domani
Autore: Giada Bafanelli
Editore: Self Publishing
Pagine: 153
Prezzo eBook: 0,99 €



Trama: Il sogno di Liv è sempre stato quello di diventare una cantante professionista. Eppure, nonostante gli anni spesi a studiare al conservatorio, sembra che la sfortuna la perseguiti: ha solo tre allieve, sua madre la disprezza e il famoso mezzosoprano Elizabeth Night non sembra affatto colpito dalla sua voce. Dopo che anche il fidanzato la lascia, il piccolo porto sicuro che Liv si era creata sembra andare in pezzi. 
Soltanto Ethan, un ragazzo conosciuto per pura coincidenza, sembra capirla fino in fondo. 
Tra litigi, parole non dette e incomprensioni, saranno le note di una canzone a decidere il destino di Liv e Ethan.




Un romanzo in cui la musica rappresenta il filo conduttore delle vicende che prendono piede pagina dopo pagina. Come sempre vi allego un estratto del romanzo e, a seguire, alcune informazioni sull'autrice. Noi ci rileggiamo la prossima settimana con una nuova segnalazione!



Presi un respiro profondo, cercando di calmare i battiti del cuore, che martellava così forte da rischiare di sovrastare gli acuti emessi dalla cantante che era entrata nella stanza prima di me. Il pianista la stava accompagnando in maniera egregia, e la voce tonda e cristallina risuonava alla perfezione, mentre eseguiva l’aria. Era un pezzo di Mozart, come il mio, ma ero così agitata che non riuscivo nemmeno a ricordare da quale opera fosse tratto quello che il soprano al di là della porta stava cantando. Strinsi più forte lo spartito nella mano destra, e solo allora mi resi conto di quanto lo avessi impregnato di sudore. Sperai di non aver cancellato l’inchiostro, perché non avevo tempo di uscire per andare alla ricerca di un’altra partitura. Cavolo.La cantante eseguì una serie di note in crescendo, e all’improvviso il mio cervello riconobbe l’aria che stava eseguendo. Era Porgi Amor, da Le nozze di Figaro. A livello tecnico non era difficile in modo particolare, non c’erano note troppo acute né barocchismi. Di sicuro quella cantante avrebbe potuto eseguire un’aria più complessa per dimostrare le sue capacità; eppure il modo in cui la cantò, così privo di sbavature e ricco di armonici, e soprattutto con un’interpretazione tanto sentita, mi lasciò senza fiato. Quella tizia era una che sapeva il fatto suo. Porca miseria, aveva anche un timbro che mi ricordava un sacco quello di Reneta Tebaldi. Il pezzo finì, e nello stesso momento mi resi conto che avevo cominciato a sudare freddo. “Oh, porca vacca.” Mi dissi, quando la porta si aprì. Un attimo dopo uscì il soprano, una ragazzetta bassa e con le lentiggini. I suoi occhi incrociarono i miei, e quando mi sorrise mi resi conto di quanto fosse soddisfatta e sicura di sé.





Giada Bafanelli ha ventisette anni e le sue più grandi passioni sono sempre state la musica e la narrativa, specialmente di genere fantasy. Oltre al racconto urban fantasy “Alone. Il solitario”, ha pubblicato il romanzo fantasy ispirato alla mitologia norrena “La figlia della vendetta” e il prequel “I giardini di Asgard”. “Un altro domani” è la sua prima incursione nella narrativa rosa.
Visitate il suo blog Pagine magiche.






domenica 13 marzo 2016

Sneak Peek di Marzo!


Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Buona domenica lettori, ritorna oggi l'appuntamento mensile con Sneak Peek, la rubrica dedicata alla segnalazione delle novità in libreria. Dieci titoli, tutti diversi tra loro e molto molto interessanti!
Devo ammettere che questo appuntamento rappresenta una sorta di mia personalissima WL mensile, un post a cui dare un'occhiata quando cerco un titolo facente parte delle novità del mese che vorrei leggere quanto prima.
Come sempre si tratta di una mia selezione che comprende solo alcune delle uscite (quelle che hanno stuzzicato la mia curiosità, per intenderci!) che potrete trovare in libreria o che troverete nei prossimi giorni. Buona lettura!




In libreria dal 1 marzo


Trama:

Bobby non crede che le cose che succedono nei libri possano capitare anche nella vita. Sarà che i pochi romanzi presenti in casa sua sono stati nascosti dal padre in soffitta; o che è passato un bel po' di tempo da quando sua madre gli raccontava le favole - anche se Bobby ha solo dodici anni. Da quando sua madre è sparita, lui non fa che archiviarne le tracce rimaste. Catalogare e contare, è questo che gli riesce meglio, mentre passa il tempo a nascondersi dai bulli della scuola e dalla specie di famiglia che gli resta: un padre che beve troppo e la sua nuova fidanzata dal look ossigenato. Fino al giorno in cui incontra Rosa - una ragazzina sola, "diversa" e collezionista come lui - e sua madre, Val, che fa le pulizie in una biblioteca ambulante. È grazie a loro che, in un'estate indimenticabile, Bobby scopre la magia dei romanzi: le tante finestre che possono aprirgli sul mondo, le mille avventure che possono fargli vivere. E alla fine dell'estate, quando Bobby si ritrova nei guai col padre e Val rischia di perdere il lavoro, la biblioteca diventa la loro unica salvezza. A bordo di quello scrigno di storie, fuggiranno in cerca di una vita migliore. Uniti come una famiglia vera. Protagonisti di un'avventura che saranno loro a vivere, giorno per giorno, come in un romanzo di cui non potranno conoscere il finale fino all'ultima pagina.




In libreria dal 3 marzo


Trama:

La libreria di Ella, a York, in Inghilterra, è piccola, ma accogliente. Un luogo in cui rifugiarsi e cercare riparo dalle tempeste della vita. Almeno finché Ella non comincia a fare strani, oscuri sogni e non scopre che sono identici a quelli della madre, trasferitasi in California, dove ha aperto una boutique di abiti vintage. Separate da un oceano, eppure unite da qualcosa d'invisibile e potentissimo, madre e figlia provano a dare un senso a quelle immagini che le tormentano e si convincono che esso si trovi nel passato: sia in quello che le circonda, fatto di pagine e di stoffe, sia nelle loro comuni, dolorose esperienze. Così si affidano al "Libro dei sogni di Miss Mary", un antico, prezioso diario, e alla saggezza della nonna di Ella, che arriva da molto lontano per aiutare la figlia e la nipote. Perché la strada del destino è spesso tortuosa, ma, quando incrocia quella della verità, rende la vita una pagina bianca su cui scrivere il proprio futuro.






In libreria dal 7 marzo


Trama:

Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli, È uno di quei figli cresciuti un po' qua e un po' là, un fine settimana dalla madre e uno dal padre, Sulla soglia dei quarant'anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nello stomaco, somatizzando tutto. Un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato di avere una relazione con un collega. Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l'appuntamento con la sua vita. E uno per uno deciderà di affrontare le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ama, un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che non abbiamo alcun obbligo di ricoprire per sempre il ruolo affibbiatoci dalla famiglia. E quando la moglie gli annuncerà di essere incinta, Erri sarà costretto a prendere la decisione più difficile della sua esistenza...




In libreria dal 9 marzo


Trama:

Singapore, una bolla luminosa a misura di gente privilegiata, dove Lea ha scelto di vivere, lasciando Roma. Ha sposato un avvocato di successo che nel tempio finanziario del consumo ha trovato le sue soddisfazioni. Anche se a tratti è punta da una nota di malinconia, la ragione le dice che non avrebbe potuto fare scelta migliore: Vittorio è affidabile, ambizioso, accudente. È un uomo che prende le cose di petto e aggiusta quello che non va; come quando ha raccolto lei, sotto la pioggia, un pomeriggio londinese di tanti anni prima. Al cuore di Lea invece basta pochissimo per confondersi: l'immagine di un ragazzino introverso, curvo su una scrivania a darle ripetizioni di matematica. Si chiama Giacomo e Lea non ha mai smesso di pensare a lui. L'alunno più brillante, il professore più corteggiato, l'amante passionale, l'uomo codardo. Lea sa bene che deve stargli lontano, perché Giacomo può farle male: c'è un'ombra in lui, qualcosa che le sfugge, ma che lentamente lo divora. Quando una piccola casa editrice accoglie il romanzo che ha scritto, Lea è costretta a tornare a Roma, e ogni proposito crolla. Il passato con tutta la sua prepotenza li travolge ancora una volta, con maggior violenza e pericolo. Secondo i principi della fisica che Giacomo le ha insegnato, nulla può separare due particelle quantiche una volta che sono entrate in contatto. Saranno legate per sempre, anche se procedono su strade diverse, lontanee imprevedibili.


venerdì 11 marzo 2016

Recensione 'Voli acrobatici e pattini a rotelle' di Fannie Flagg


Buongiorno lettori e ben trovati. Oggi vi accolgo nel mio angolino con la recensione di un romanzo me-ra-vi-glio-so. Ve l'ho sillabato per rendere ulteriormente l'idea! Credetemi, mi sto ancora chiedendo come mai io la Flagg l'abbia scoperta solo adesso e questo è un errore madornale, imperdonabile. Tuttavia, come in ogni cosa, è importante accorgersene per tempo per poter rimediare!
Bene dopo questo preambolo è opportuno che inizi a parlarvi del romanzo. "Voli acrobatici e pattini a rotelle" è un libro divertente, educativo ed esilarante; vi farete delle grasse e grosse risate amando taluni personaggi e odiandone altri. Siete curiosi, ammettetelo! Già vi immagino davanti al vostro computer, o con cellulare o tablet alla mano, desiderosi di saperne di più ed io sono qui per accontentarvi!





Voli acrobatici e pattini a rotelle
Fannie Flagg


Editore: Bur-Rizzoli - Genere: Narrativa Internazionale
Pagine: 392 - Prezzo: 10,00 € - eBook: 4,99€


La signora Sookie ha appena accompagnato all’altare l’ultima delle sue figlie e si prepara a godersi il meritato riposo. Un giorno però, Sookie riceve una lettera dalla figlia dell’ex governante di sua madre, morta di recente, e viene a conoscenza di una verità inaspettata. Da quel momento inizia per lei un’avventura nel passato, nella California degli anni Quaranta, dove un’irrefrenabile donna di nome Fritzi aveva rilevato assieme alle sorelle la stazione di servizio del padre: una pompa di benzina gestita da sole ragazze, in pattini a rotelle. Un viaggio tra i decenni e le generazioni, dove la realtà si ridisegna pagina dopo pagina nelle forme più inaspettate, tra qualche lacrima e molti sorrisi.





Come vi ho preannunciato non conoscevo in alcun modo Fannie Flagg nonostante mi sia imbattuta spesso nel suo famosissimo romanzo "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop", romanzo che, peraltro, è volato direttamente ai primi posti della mia WL, un po' come tutti gli altri, e che non vedo l'ora di leggere. Finalmente, grazie alla challenge delle LGS e a Laura La Libridinosa che ha scelto questo titolo bonus, ho potuto leggere la tanto osannata Fannie e trarre le mie conclusioni che sono le seguenti: IO AMO LA FLAGG! E ve lo scrivo a caratteri cubitali nel caso non sia del tutto chiaro.
Ma cosa mi ha spinto ad urlare al mondo intero questa mia ammirazione nei suoi confronti? Un po' di caratteristiche che pian piano vado ad elencarvi.
Innanzitutto la Flagg ha un suo personalissimo stile narrativo, molto particolare ed ammaliante direi. Uno stile semplice, essenziale ed efficace, grazie al quale riesce a costruire delle storie originali, per nulla scontate e con personaggi davvero speciali. Esatto, speciali è l'aggettivo che rende al meglio l'idea che mi sono fatta dei protagonisti di questo romanzo ma che credo sia un tratto caratteristico  e distintivo proprio della sua penna, cosa di cui saprò darvi conferma quando avrò letto altri suoi libri.
È davvero difficile, anzi impossibile, non affezionarsi a queste figure, parteggiare per loro, accompagnarle passo dopo passo e arrivare anche ad odiarle, anche se il termine è un tantino esagerato. Diciamo che amerete alcuni personaggi e ne sopporterete meno altri.
Ecco questo è, a grandi linee, il motivo per cui la Flagg si è già conquistata un posto nel mio cuore: partire dalla semplicità, da avvenimenti comuni e mai banali per dare vita ad un grande ed appassionante romanzo.
Non mi capita spesso di non voler terminare un libro in lettura, sono solita divorarlo per raggiungere il tanto temuto epilogo e scoprire cosa ne è stato. Tuttavia, in questo caso specifico, ne ho centellinato la lettura, ho cercato di portarla per le lunghe quanto più possibile perché da quelle pagine io non volevo staccarmi, non volevo in nessun modo abbandonare Sookie, Lenore e le sorelle Jurdabralinski. Un romanzo tutto al femminile, un romanzo che parla dell'importanza delle donne, del loro coraggio e della loro forza d'animo, un romanzo che insegna che "...quando ami col cuore i legami di sangue non contano"

Lenore e Sookie, madre e figlia rispettivamente, sono le protagoniste del romanzo. Una strana accoppiata, c'è da ammetterlo, ma del tutto ben riuscita e soprattutto vincente. Due figure che non potevano essere più diverse tra loro: Lenore rappresenta la donna perfetta, conosciuta da tutti in città, ammirata e rispettata, capace in tutto, influente e soprattutto interessata allo stile di vita dei suoi familiari, "...la sposa di ogni matrimonio, la salma di ogni funerale...", una frase che rende l'idea del personaggio; Sookie, invece, è tutto l'opposto di sua madre, una donna che si ritiene un'inetta, incapace di primeggiare, come vorrebbe Lenore, che conduce una vita piuttosto, se non troppo, normale, ovviamente questo sempre a detta della genitrice. Una figlia che è stata cresciuta secondo gli ideali materni nel rispetto delle proprie origini, della propria appartenenza alla famiglia dei Simmons, un nome altisonante, un nome che incute timore in Sookie e reverenza in Lenore. Madre e figlia sono accomunate proprio da questa ossessione per gli antenati che viene letta in chiave diversa a seconda del punto di vista: per Lenore questo forte attaccamento alle proprie radici è sintomo di un'inclinazione a vivere nel passato remoto; per Sookie, che teme di essere internata in manicomio come alcuni membri della famiglia, viene vissuta come una maledizione tanto da ritenersi lei stessa una bomba ad orologeria, ignara dei geni ereditati.
Potete ben capire come, partendo da questi presupposti, la notizia che di lì a breve investirà la cinquantanovenne Sookie, che scoprirà di essere già una sessantenne, sortirà un effetto devastante. Peraltro tale notizia, che rappresenterà il cambiamento principale attorno al quale ruoterà tutta la narrazione, arriva in un momento in cui la povera protagonista, dopo aver sposato le proprie figlie, pensava di poter dedicare più tempo alla propria vita matrimoniale in tutta tranquillità.
La scoperta dell'adozione sarà davvero sconcertate per la povera Sookie che, non solo vedrà venir meno le proprie certezze, ma inizierà a nutrire dei forti dubbi su se stessa e sul rapporto con Lenore.


"Non sono io. Sono solo plasma che fluttua nello spazio... la donna invisibile. Perché non l'ho scoperto quando ero giovane ed ero ancora in tempo per cambiare? Ormai è troppo tardi. Sono già vecchia. Sono solo una comparsa sul palcoscenico della vita e lo resterò per sempre."


Con una scrittura simpatica, divertente e brillante, l'autrice riesce a trattare in maniera esemplare un tema già di per sé molto delicato e particolare, quale l'adozione, quasi con leggerezza, prestando la giusta attenzione al fatto che l'interessata sia completamente ignara della cosa.
Durante tutta la narrazione si nota, di pari passo al cambiamento, una crescita personale della protagonista per mano di tutte le scoperte e le informazioni che dovrà assimilare e metabolizzare, insieme al lettore, pagina dopo pagina. Si entra in empatia con il suo personaggio così frizzante, brioso e per niente comune, che passerà dall'incredulità iniziale alla rabbia nei confronti della sua madre adottiva; si porrà le tipiche domande, sarà assalita da una serie di dubbi giustificati fino ad arrivare all'accettazione, non prima di aver fantasticato su cosa sarebbe accaduto se tutto fosse rimasto come avrebbe dovuto essere, se fosse rimasta con la sua famiglia naturale.

L'elaborazione della sconvolgente notizia verrà vissuta da Sookie in prima persona nei capitoli a lei dedicati, ai quali si avvicendano capitoli in terza persona che, facendo un balzo nel passato, raccontano al lettore della sua famiglia d'origine: gli Jurdabralinski.
Devo ammettere che questi ultimi sono i capitoli che ho apprezzato ancora di più perché non solo sono ben strutturati e curati, ma ci permettono di focalizzare l'attenzione su uno spaccato familiare, sul loro modo di vivere, sulla forza delle donne e soprattutto su un argomento sconosciuto ai più e che vede come protagoniste le WASP, acronimo che sta per Women Airforce Service Pilots e fa riferimento alle donne pilota che ebbero un ruolo fondamentale in America proprio durante gli anni della guerra. Delle donne il cui servizio fu considerato civile e non militare, come avveniva invece per gli uomini, e i cui fascicoli sono stati secretati per oltre 35 anni per cui il loro contributo allo sforzo bellico è sempre stato poco noto.
Un romanzo dalla trama originale, divertente ed intrigante, dove nessun elemento è lasciato al caso ma occupa un posto ben preciso all'interno del quadro generale. Una lettura che insegna e nella quale si intravede una morale di fondo che vale per la protagonista ma anche per tutti noi: "...il successo di una persona non si misura dai traguardi raggiunti bensì dagli ostacoli superati."
A questo punto credo sia chiaro, non posso che consigliarvene la lettura!







mercoledì 9 marzo 2016

'I cristalli di Mithra' di Micol Giusti



Rubrica settimanale dedicata alla segnalazione degli autori emergenti e dei loro romanzi



Buon mercoledì lettori, l'appuntamento con Meet&Greet di oggi è dedicato ad un romanzo fantasy, scritto dalla giovanissima Micol Giusti. 
Un titolo davvero molto particolare ed una trama allettante fanno sì che "I cristalli di Mithra" sia un romanzo da tenere d'occhio. Buona lettura!





Titolo: I cristalli di Mithra
Autore: Micol Giusti
Editore: Self Publishing
Pagine: 230
Prezzo: 10,00 €
Prezzo eBook: 1,99 €



Trama: Astrid, giovane appassionata di libri fantasy, vive da sola in un piccolo paese di periferia.
Trascorre il tempo libero a sognare un mondo diverso, avventuroso e ricco d'azione, una realtà molto simile a quella dei testi che legge.
Il suo unico amico è il vecchio custode della biblioteca, che le dà consigli e si prende cura di lei.
Un giorno, iniziato come molti altri, la sua vita cambia drasticamente a causa di un incantesimo contenuto in un antico grimorio.
Astrid verrà catapultata in un mondo che non ha niente a che fare con quello a cui è abituata, e dovrà affrontare traversie inimmaginabili per riuscire a sopravvivere e a tornare a casa.



A seguire, per gentile concessione dell'autrice, troverete un estratto del romanzo in modo che possiate farvi un'idea del tutto. Vi auguro un buon proseguimento di giornata e vi aspetto la prossima settimana con una nuova segnalazione!


Una volta arrivata al terzo piano appoggio a terra lo zaino e le frecce e vado verso lo scaffale di destra. Inizio a scrutare i titoli e a prendere i testi per leggerne la trama ma poi ne tocco uno sui cui se ne appoggiano altri, e questi iniziano a cadere.
Spero proprio che Mario se ne sia già andato o per me si mette male.
L'ultimo provo ad afferrarlo al volo ma riesco solo a farlo cadere un po' più lontano. Il rumore che fa quando impatta con il terreno però è diverso da quello degli altri, come se cadesse su una superficie che non ha nulla sotto di essa.
Mi avvicino incuriosita e provo a battere con la mano in quel punto e nel raggio di un metro quadrato il rumore che sento è lo stesso. Voglio capire perché, così provo a sollevare le assi nel punto in cui il legno è scheggiato. Con mia grande sorpresa si sollevano di qualche centimetro, e anche se sono veramente pesanti, decido di riprovare e di spostarle del tutto.
E' una specie di botola! Quando mi affaccio intravedo una piccola scala che scende.
So che Mario tiene una torcia nei cassetti della sua scrivania e così scendo velocemente per andare a prenderla.
Torno su e, dopo essermi assicurata che non ci sia nessun altro, scendo nel buco.
Il passaggio è stretto ma la mia corporatura minuta mi aiuta e riesco ad arrivare nella piccola stanza nascosta. La torcia illumina un piccolo tavolinetto e intorno ad esso ci sono libri impilati che sembrano davvero molto antichi, ed anche esageratamente polverosi.
Non credo che qualcuno abbia messo piede qui dentro negli ultimi 15 anni!
Scopro che c'è una luce che posso accendere sopra il tavolino e la uso per guardare meglio i testi.
Uno mi colpisce in particolare. La copertina è rosso cremisi e non ci sono scritte indicanti autore o titolo, ma solo piccoli simboli neri che formano una cornice. Sono pentacoli se la memoria non mi inganna.
Scanso gli altri e lo prendo. Dentro ci sono delle formule e delle indicazioni, come se fosse un manuale.
Quando ci passo la mano sopra arriva una folata di vento che gira le pagine fino ad arrivare alla 306. Vento? In uno sgabuzzino sotto al pavimento del terzo piano? La cosa si fa inquietante e un po' spaventosa ma non riesco a frenare la mia smisurata curiosità.




Micol Giusti nasce a Carrara il 20 Agosto 1992. Si forma nella città di Massa, frequentando il Liceo Classico, e si laurea in Lingue e Letterature straniere all'Università di Pisa.E' appassionata di lettura e scrittura e ha partecipato al premio letterario "San Pio X" di Massa come giudice per tre anni consecutivi.
"I cristalli di Mithra" è il suo primo romanzo, frutto di passione e impegno, nonchè della voglia di mettersi in gioco e di farsi spazio nel mondo della scrittura.






venerdì 4 marzo 2016

Recensione 'La gemella silenziosa' di S. K. Tremayne


Buongiorno lettori, eccomi qui, attiva e pimpante, per lasciarvi una nuova recensione. Oggi vi parlo di un romanzo che avevo adocchiato qualche tempo fa, proprio nel periodo della sua pubblicazione per cui parliamo dello scorso settembre. All'epoca avevo letto anche qualche recensione che girava in rete ma non avevo provato quella sensazione tale da indurmi a leggerlo. Poi, quando il titolo è stato proposto in una delle challenge a cui sto partecipando, ho deciso che era arrivato il momento di concedergli una possibilità. "La gemella silenziosa", di S. K. Tremayne, è un romanzo che tiene col fiato sospeso, che vi farà dubitare di tutto e tutti un rigo sì e l'altro pure ed è per questo che vi consiglio caldamente di continuare a leggere quanto ho da dirvi.






La gemella silenziosa
S. K. Tremayne


Editore: Garzanti - Genere: Thriller/Mistery
Pagine: 306 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 9,99€


Nel silenzio della sera sull'isola di Skye, Sarah accarezza i biondi capelli della sua bimba di sette anni, Kirstie, appena addormentata. Capelli identici, come ogni altra cosa, a quelli della sorellina gemella Lydia. Ma un anno prima Lydia è morta improvvisamente, lasciando un vuoto così grande da costringere Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti. Lì in Scozia, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah spera di ritrovare la serenità. Ma, quando una violenta tempesta sferza l'isola, Sarah e Kirstie rimangono isolate. nel buio, la bambina sussurra: "Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? io sono Lydia. Kirstie è morta, non io". Sarah è devastata e il tarlo del dubbio comincia a torturarla. Cos'è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia?





Sapete cosa mi ha veramente incuriosita? La frase riportata in copertina. Forse riuscite a leggerla nell'immagine sopra ma, a scanso di equivoci, ve la riporto di seguito: "Sono uguali in tutto. Solo la loro madre può distinguerle. O forse no.".
Ebbene, credo che se anche voi vi soffermaste a pensarci vi rendereste conto di quanto quelle parole siano incomprensibili nella loro assurdità. Io stessa mi sono domandata come potesse essere possibile, per una madre, non distinguere le proprie figlie, anche se gemelle. Ed è su quelle stesse parole che poggiano le solide basi che costituiscono la struttura portante del romanzo; un equivoco di uno spessore tale da andare ad influire sull'esistenza dei personaggi coinvolti.

Come sempre è bene procedere per gradi. Kirstie e Lydia sono due gemelle, identiche. Stesso taglio e colore di capelli, stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Praticamente indistinguibili. Tuttavia, quattordici mesi prima dall'inizio della narrazione, Lydia è morta precipitando dal balcone di casa dei nonni. Un episodio discutibile a cui il lettore, in un primo momento non presta tutta l'attenzione che meriterebbe. Ci si soffermerà a riflettere sull'accaduto solo in seguito. In quel giorno nefasto, a vigilare sulle gemelline c'era Sarah, la loro mamma, richiamata sulla macabra scena dalle urla della sopravvissuta che continuava a ripetere che la gemella morta fosse Lydia. Un'informazione che viene presa per buona da tutti, senza battere ciglio: è Kirstie la sopravvissuta!
Questo è l'antefatto, quello che è accaduto prima degli eventi con cui si apre il romanzo, per cui non vivremo in prima persona l'incidente, ma ne sentiremo parlare e proprio questa scelta narrativa giocherà un ruolo chiave in tutta la vicenda.
Dopo quattordici mesi, quindi, ritroviamo la famiglia Moorcroft costituita da Angus, Sarah e la piccola Kirstie. Una famiglia persa ancora nel proprio lutto, come è giusto che sia, una famiglia che ha bisogno di tornare a vivere, di trovare qualcosa che possa riportarla a sperare, rinsaldando quei rapporti ostili e rancorosi che si muovono dietro le apparenze. L'isola di Skye persa tra le scogliere e i cieli immensi della Scozia potrebbe rappresentare la loro unica possibilità: un posto nuovo con nuovi sogni, un nuovo inizio senza ricordi.
Ma la stabilità tanto cercata sembra essere ben lontana dalla famiglia Moorcroft, sembra proprio aver preso un sentiero diverso. Dimenticare non è così facile come si potrebbe sperare e quando Kirstie pronuncerà quella frase che riecheggerà tra le mura domestiche, fendendo l'aria come un dardo avvelenato, il seme del dubbio si insinuerà nella mente di Sarah iniziando a germogliare e ad affondare le sue radici sempre più. Può una madre non distinguere le proprie bambine? Potrebbero le parole di Kirstie giustificare gli improvvisi cambiamenti comportamentali che la rendono più simile a Lydia? O si tratta semplicemente della cosiddetta 'elaborazione del lutto', che tra gemelle assume sfumature inspiegabili?


"Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? io sono Lydia. Kirstie è morta, non io"


Due gemelle identiche, un'isola misteriosa, un intreccio saldo, i continui colpi di scena sono tutti elementi che fanno sì che il romanzo che tenete tra le mani sia un gran bel romanzo.
Una storia dove niente è quello che sembra, dove il dubbio si insinua nella mente dei protagonisti ma soprattutto del lettore con un continuo rovesciamento di ruoli, di parteggiamenti, fino al raggiungimento dell'epilogo dove ogni cosa sembra tornare al proprio posto solo perché la si inquadra dalla giusta prospettiva. Quella stessa prospettiva che è mancata per tutto il romanzo e che contribuisce ad incrementare quel clima di tensione che si respira pagina dopo pagina.
Il romanzo può essere pensato come un grande palcoscenico, calcato da attori professionisti che non vi mostreranno mai il loro volto. E cosa fanno gli attori? Recitano una parte, ed è proprio quello che accade a tutti i protagonisti che prendono vita dalla penna dell'autore. Indossano delle maschere che li faranno sembrare una famiglia, ma solo all'apparenza perché, come in ogni situazione, è bene grattare quella patina di perfezione che ricopre la vera essenza degli esseri umani, facendo sì che appaiano per quello che non sono. E allora scoprirete che quelle maschere sono state messe lì per recitare una parte, per dare vita ad un vero e proprio melodramma. Quelle maschere racchiudono il loro essere fragili e una volta abbassate riveleranno delle piccole crepe, delle crepe che lacerano i rapporti dall'interno mettendo in luce dei dettagli che sono sfuggiti, primo tra tutti un forte senso di solitudine. Una solitudine palpabile della quale sono intrisi gli stessi personaggi: la gemella sopravvissuta ne rappresenta la quintessenza, colei che viene additata come diversa, colei con la quale nessuno vuole giocare, un bogan, che in gaelico vuol dire fantasma; un matrimonio in crisi, un marito che disprezza la propria moglie e quest'ultima che ha paura dello stesso e dei suoi eccessi di rabbia. Tre figure che non riescono più a comunicare tra loro e che per questo motivo sono sole con se stesse e con i loro sensi di colpa perché ognuno, a suo modo, si sente responsabile dell'incidente.
La voce di Sarah, intervallata da alcuni capitoli raccontati dal punto di vista di Angus, vi guiderà tra le pagine di un romanzo altamente psicologico, dove tutte le certezze, tutte le sicurezze, verranno meno per lasciare il posto all'unico elemento plausibile: il dubbio.
Consiglio questo romanzo a chi ama il genere thriller sì, ma con molti aspetti del mistery, a coloro che vogliono arrivare al finale per gradi, senza comprendere nulla anzitempo, e credetemi con questo romanzo è davvero possibile perché sarete sempre e costantemente sviati. Non avrete alcun punto di riferimento che possa guidarvi all'epilogo inaspettato.







martedì 1 marzo 2016

Special Giveaway: il vincitore!





Buon pomeriggio miei cari, oggi doppio post sul blog, una cosa che non mi piace particolarmente però necessaria per comunicarvi il vincitore del giveaway che si è concluso ieri sera.
Prima di tutto vorrei ringraziarvi perché siete stati davvero in tanti a partecipare raggiungendo la soglia di ben 94 partecipanti! Purtroppo ho dovuto escluderne uno perché non ha rispettato l'unica regola obbligatoria richiesta, ovvero diventare lettore fisso del blog. Mi è dispiaciuto, ma credo fosse doveroso soprattutto nei vostri confronti; d'altronde le regole erano uguali e chiare per tutti!
Ora, lo so che siete in trepidante attesa per cui procedo con il verdetto. Vi posto lo screenshot dell'estrazione effettuata sul sito Random.org. Ovviamente, è disponibile anche un video della suddetta estrazione quindi se qualcuno volesse vederlo può contattarmi in privato!




ED ECCO IL VINCITORE:
(**Rullo di tamburi!**)






NUMERO 24, assegnato a Vero Nik!!!












Come avrete potuto leggere, il romanzo da lei scelto è stato "I passi che ci separano" di Marian Izaguirre di cui vi allego trama e copertina.





Trama:

Trieste, anni Venti. La bora, che sferza Trieste in certi periodi dell'anno, è un vento pieno di passione, violento e fugace, che piega i corpi e trasforma gli animi. Salvador e Edita si conobbero lì un giorno di primavera del 1920, spinti dalla bora l'uno verso l'altra. Lei era nata a Lubiana e lui a Barcellona. Avevano vent'anni, l'età della follia. Ma Edita, bella e timida, era sposata e aveva una figlia, mentre l'unica cosa che possedeva Salvador era il suo lavoro nella bottega di un grande scultore, e il desiderio infinito di avere successo nella vita. Il vento sconvolse per sempre le loro esistenze, l'amore abbatté tutti i confini e le convenzioni. E solo la Storia, con la sua ferocia, avrebbe potuto dividerli. Barcellona, verso la fine degli anni Settanta. Salvador, ormai vecchio, vuole tornare a Trieste, dove aveva creduto di poter essere felice. Insieme a Marina, la giovane donna che lo accompagna, Salvador fa un viaggio nella memoria, raccontando del suo antico amore: di un parco in riva al mare, di lenzuola stropicciate e corpi abbracciati la mattina tardi, di un'attesa lungo i binari della stazione, di una colpa terribile e di un capolavoro del Rinascimento. Delle persecuzioni e dei segreti che si porta dietro da cinquant'anni. È un viaggio lungo, e ogni passo è importante. Perché è un passo in cerca del futuro.




Complimenti alla vincitrice che contatterò a breve! A tutti gli altri grazie di cuore per aver partecipato e se vi andrà di continuare a seguirmi sarete sempre i benvenuti nel mio angolino :)
Presto, tante nuove iniziative per cui stay tuned!